Mario Merola è stato più di un semplice cantante o attore: è stato un simbolo della cultura napoletana e della sua drammaticità popolare. Considerato il re della sceneggiata, riportò in auge un genere teatrale e musicale che mescolava melodramma e canzoni, diventando un’icona amata tanto nei vicoli di Napoli quanto nelle comunità italiane all’estero. Il suo successo valicò i confini nazionali, portandolo persino alla Casa Bianca. Anche Bono degli U2, affascinato dalla sua arte, quando lo incontrò, durante il festival di Sanremo del 2000 gli rese omaggio, inchinandosi a lui.
Nato a Napoli il 6 aprile del 1934 in una famiglia povera, Merola svolse diversi lavori prima di emergere come cantante. Il primo successo arrivò con la canzone “Malu Figliu”, utilizzata in una sceneggiata che lo fece conoscere al grande pubblico. Da quel momento la sua carriera decollò, rendendolo il massimo interprete del genere. La sceneggiata, nata nel dopoguerra, è un mix di teatro popolare, canzone e dramma sociale, spesso incentrata su temi come la famiglia, il sacrificio e l’onore.
Negli anni ’70 e ’80, Merola riportò il genere ai fasti del passato, registrando circa 40 album e recitando in numerosi film di successo, come “Lacrime napoletane” e “‘O’ Zappatore”. In quest’ultimo, il suo ruolo di padre che sacrifica tutto per il figlio che, una volta arricchito, rinnega le sue origini, divenne leggendario.
Nella scena più nota della sceneggiata (e del film del 1980 a essa ispirato, diretto da Alfonso Brescia), Merola si confronta con Gerardo Amato (fratello di Michele Placido) e una giovanissima Mara Venier.
La sua popolarità raggiunse anche gli Stati Uniti, dove la comunità italiana lo accolse con entusiasmo. Nel 1976, durante un tour, fu invitato alla Casa Bianca dal presidente Gerald Ford, un onore che testimonia la sua fama internazionale.
Merola non fu solo un cantante e attore, ma una figura quasi mitologica per il popolo napoletano. Nel 1998, dopo un infarto che sembrava aver segnato la fine della sua vita, migliaia di fan si radunarono per pregare per lui. Sopravvisse e continuò a esibirsi fino agli ultimi giorni.
Nella sua vita non mancarono guai con la giustizia. Nel 1983 ricevette un avviso di garanzia per reato di associazione per delinquere a scopo camorristico, da cui fu prosciolto. Sei anni dopo fu Giovanni Falcone a inviare un avviso di garanzia (destinato anche a Franco Franchi) per associazione mafiosa nell’ambito dell’inchiesta che avrebbe portato al cosiddetto Maxiprocesso quater. Anche in quel caso fu prosciolto.
Merola sposò Rosa Serrapiglia nel 1964, precisamente nel giorno del suo trentesimo compleanno. La coppia ebbe tre figli: Michele Roberto, Loredana e Francesco, chiamato così in onore dell’amico e comico siciliano Franco Franchi.
Morì il 12 novembre del 2006, lasciando un vuoto enorme nella cultura popolare partenopea. Riposa in una cappella privata accanto ai genitori di Gigi D’Alessio, che l’aveva sempre considerato un suo familiare.