Philippe Leroy-Beaulieu era un attore e militare francese. Ha legato il suo nome a uno degli sceneggiati italiani di culto, quel Sandonkand di Sergio Sollima in cui vestiva i panni di Yanez. Marito di Silvia Tortora, figlia del popolare conduttore Enzo, morta a sua volta nel gennaio del 2022, aveva tre figli: Philippine Leroy-Beaulieu, la Sylvie di Emily in Paris. E Philippe e Michelle. Amava il paracadutismo ed era tesserato della S.S. Lazio.
Philippe Leroy-Beaulieu nasce a Parigi il 15 ottobre 1930 sotto il segno della Bilancia. La sua è una famiglia nobile, composta per la maggior parte da militari e uomini di legge. Suo padre Paul Leroy-Beaulieu era un notabile francese che lavorava in Germania, al fianco degli Alleati. La madre, aristocratica, si chiamava Marie-Thérèse Delphine Yvonne Cécile de Gailhard-Bancel. Proprio come i personaggi che interpreta Leroy ama la vita avventurosa. Lavora prima come mozzo su un transatlantico, nel 1947, poi si arruola nell’esercito francese durante la guerra in Indocina.
Siamo nel 1953 e Leroy è paracadutista della Legione straniera. Con lo stesso ruolo partecipa nel 1958 alla guerra d’Algeria. Si congeda con il grado di capitano. Anni dopo dirà di sé: “Ero il perfetto buono a nulla, mi dicevano i parenti, ma è meglio essere un buono a nulla piuttosto che un ‘tocca tutto’, almeno così non si fanno danni. Iniziavo a praticare uno sport che farà di me un atleta, il rugby, che in seguito mi avrebbe consentito di rispondere alle provocazioni“.
Il cinema arriva nella sua vita negli anni ’60 quando lavora al film di Jacques Becker, Il buco. Si trasferisce in Italia, dopo essere stato schedato in Algeria. Nel nostro paese diventa attore a tutti gli effetti. Inanella una serie di ruoli che lo rendono celebre da Leoni al sole, a Sette uomini d’oro. Sul piccolo schermo veste i panni di Leonardo da Vinci nello sceneggiato del 1971 diretto da Renato Castellani. Nel ’76 è Yanez de Gomera, il compagno di Sandokan. Leroy è anche nel classico di Fernando Di Leo, Milano calibro 9 del 1972. E compare anche in Nikita di Luc Besson. In totale saranno circa 200 le pellicola a cui partecipa.
Come detto era innamorato del paracadutismo scoperto, come hobby, in tarda età. Pungente e ironico, ha affidato alla sua autobiografia, Profumi, il suo epitaffio. “Si comincia col dire: ‘Come si chiama questo giovane attore?’, ‘Philippe Leroy’. Seconda frase: ‘Toh, ecco Philippe Leroy’. Terza frase: ‘Oh! Assomiglia a Philippe Leroy’. Ultima frase: ‘Come si chiamava quell’attore?… Ma sì, dai, si lanciava col paracadute… per poi sparire per sempre con il seguente epitaffio: Philippe Lereoy-Beaulieu nato a Parigi il 15 ottobre 1930. Disperso“.