Il nome di Sharon Tate è per sempre legato ad uno degli eventi più drammatici e terribili che ha sconvolto Hollywood e tutta l’America. A sole due settimane dal parto, infatti, la giovane attrice sposata con Roman Polanski, viene massacrata all’interno della propria casa dalla Manson Family con 16 pugnalate, di cui cinque mortali, 9 agosto 1969. Insieme a lei moriranno anche Abigail Folger, Jay Sebring, Wojciech Frykowsk e Steven Parent. A rinvenire i loro corpi è Winifred Chapman, cameriera di Sharon, che viene trattenuto come unico sopravvissuto. L’umo, infatti, vive nella dependance a poca distanza dalla casa principale ma, ben presto, diventa chiara la sua completa estraneità ai fatti.
Per tre mesi, dunque, il terribile delitto avvenuto nella villa maledetta a Cielo Drive non riesce ad avere una soluzione, seminando una certo panico e sospetto nell’ambiente artistico. Questo fino a quando non finirono in manette i membri della famiglia Manson che, oltre ad aver ucciso Sharon Tate con i suoi amici, si erano macchiati anche del delitto dei coniugi La Bianca a poche ore di distanza.
Un destino, dunque, quello della giovane Sharon che ha segnato definitivamente tutto il racconto intorno alla sua figura, riuscendo a conquistare anche l’attenzione di Quentin Tarantino. Nel 2019, infatti, dirige C’era una volta… a Hollywood, un film in cui decide di riscrivere il finale drammatico di questa vicenda, offrendo a Sharon il volto di Margot Robbie ed un epilogo completamente diverso.
Sharon e il cinema
Prima di quella terribile notte di orrore, però, Sharon Tate aveva avuto una vita normale. O, almeno, come quella di qualsiasi figlio di un militare, destinato a cambiare spesso destinazione e a faticare a costruire legami. Questo, almeno, fino al momento in cui la sua famiglia si trasferisce a Verona all’inizio degli anni Sessanta. Qui, infatti, incontra ragazzi con la sua stessa esperienza di vita. E, soprattutto, si avvicina per la prima volta dal cinema. Nel 1961, infatti, proprio a Verona iniziano le riprese di Le avventure di un giovane, interpretato da Paul Newman, Susan Strasberg e Richard Beymer. Sharon e alcune sue amiche riescono ad ottenere dei ruoli come comparse e, come tradizione vuole, proprio in quel caso viene notata da Beymer.
In effetti la giovanissima Tate è dotata di una bellezza delicata e sofisticata che bene si abbina con il carattere timido formato in molti anni di solitudine e cambio frequente di abitazione. Tutte caratteristiche che le valgono prima un lavoro con il cantante Pat Boone e, successivamente, una partecipazione come comparsa nel film Barabba.
La sua carriera cinematografica, però, inizia effettivamente nel 1962 quando ritorna in America e si trasferisce a Los Angeles. Sempre grazie a Beymer ottiene dei contratti soprattutto nel settore pubblicitario e piccole parti sul grande schermo per costruire un po’ di esperienza. Per la grande occasione, dunque, sia Eve attendere il 1965. Sharon, infatti, ottiene il ruolo importante in Cerimonia per un delitto con David Niven e Deborah Kerr, Le riprese vengono realizzate tutte a Londra, una città che per la Tate segna un momento importante per diversi aspetti. Qui, infatti, si lega alla religione neopagana wiccana e conosce Roman Polanski.
Sharon e Roman
Quando Sharon e Roman s’incontrano, il regista stava lavorando al film Per favore, non mordermi sul collo per cui desiderava come protagonista l’attrice Jill St. John. Conoscere la Tate, però, cambia completamente la sua visione tanto da volerla nel film purché indossasse una parrucca rossa. Le riprese, ovviamente, intensificarono i rapporti personali tra i due, tanto che Sharon si trasferisce presto nell’appartamento di Roman, iniziando la loro vita insieme.
La coppia, però, lascia Londra per motivi di lavoro. Sharon deve girare Piano, piano non t’agitare! con Tony Curtis e Claudia Cardinale, mentre Polanski è stato contatto per realizzare Rosemary’s Baby. Il 1967, dunque, è per Sharon Tate un anno fortunato, come intitola lo stesso Playboy, pubblicando in copertina una sua foto di nudo scattata durante le riprese di Per favore, non mordermi sul collo. D’altronde la giovane attrice aveva due film in uscita, uno in lavorazione, La valle delle bambole, ed una storia d’amore in corso. Per quale motivo non avrebbe dovuto guardare al futuro con speranza e ottimismo?
Tutto, poi, sembra culminare nella perfezione quando Sharon Tate e Roman Polanski si sposano a Londra, il 20 gennaio 1968. Il matrimonio attira l’attenzione della stampa e dei curiosi. La location è quella del quartiere di Chelsea ma, a fare scalpore, è il look scelto dagli sposi. Polanski, infatti, indossa un completo che rimanda ai fasti edoardiani. Sharon, invece, ha un miniato bianco. Insieme rappresentano la modernità anticonvenzionale della fine degli anni Sessanta e, nella loro casa a Belgravia vengono immortalati dal fotografo Peter Evans come la “coppia imperfetta. Cool, nomadi, di talento e scioccanti.”
Peccato, però, che quella magia sia destinata a durare poco. Ritornati in America, il successo sembra irridere ancora a Sharon, che ottiene la sua prima nomination ai Golden Globes per La valle delle bambole ed ha l’occasione di lavorare con Orson Welles in Una su 13. Anche il trasferimento a Cielo Drive sembra essere un evento positivo. Quella che, però, la coppia chiama “la casa dell’amore”, è destinata ad ospitare l’ultimo ed inimmaginabile atto della vita di Sharon.