Massimo Troisi moriva trent’anni fa lasciando un vuoto ancora non colmato nel cinema italiano e nel cuore di chi si è riconosciuto in quell’ironia dolente che ha caratterizzato i suoi personaggi. La sua scomparsa, inoltre, è entrata nella storia dello spettacolo perché arriva a pochi giorni dalla fine delle riprese de Il postino, il film cui ha dato realmente tutto se stesso e che si è trasformato in un’eredità artistica. Di fatto Massimo Troisi si è spento a 41 anni per un attacco cardiaco causato da quel cuore difettoso che lo ha sempre accompagnato fin da ragazzo.
Dopo le fatiche del set che lo hanno prosciugato, decide di andare a trascorrere dei giorni a casa della sorella Annamaria. Ed è qui che non si sveglierà più da un riposo pomeridiano, lasciando il mondo del cinema ed i suoi più cari amici attoniti di fronte ad una perdita troppo grande per essere compresa fino in fondo.
Ma di cosa soffriva effettivamente Troisi? Fin da piccolo era stato affetto da febbri reumatiche che, con il prolungarsi nel tempo, hanno causato una degenerazione della valvola mitrale. Per cercare di risolvere il problema si sottopose anche ad un lungo e delicato intervento al cuore a Houston. Con il tempo, però, si comprese come la soluzione poteva essere solamente temporanea.
Poco prima d’iniziare le riprese de Il postino, infatti, Troisi si era recato nuovamente in America per degli accertamenti. Qui gli era stata prospettata la necessità di una seconda operazione in tempi piuttosto brevi. Una necessità che, però, avrebbe posticipato di un anno la realizzazione di quel film cui teneva più della sua stessa vita. Ed è proprio da questo, dunque, nasce la sua decisione di rimandare l’operazione una volta ultimate le riprese. Un appuntamento che, però, Massimo non ha avuto la possibilità di rispettare.
Così, bruciato dalla sua stessa necessità creativa, ha lasciato dietro di se una lunga assenza che continua a colmare attraverso i film realizzati. Gli stessi che rimandano anche un sentimento di compianto per la sua assenza e per tutto quello che avrebbe ancora potuto dare al cinema.