Carlo Conti, Giorgio Panariello e Leonardo Pieraccioni compongo quella che può essere definita come la triade toscana del mondo dello spettacolo. I tre, infatti, si conoscono da molti decenni, ancora prima di diventare dei volti noti per gli spettatori del piccolo e grande schermo. Ma com’è nata questa amicizia fraterna che continua nonostante le insidie e le lusinghe del successo?
Tutto ha avuto inizio nel 1982. I primi ad incontrarsi sono proprio Carlo Conti e Leonardi Pieraccioni. Quest’ultimo, poco più che sedicenne, partecipa a Un ciak per artisti domani. A presentare è proprio Conti che rimane stupito dall’abilità comica di questo ragazzino capace di far ridire il pubblico con le sue battute.
L’incontro con Panariello, invece, è arrivato nel 1985. Ad incrociare la sua strada è ancora una volta il presentatore di Tale e Quale Show. All’epoca, però, erano su Rai Tre e Giorgio stava facendo sfoggio di uno dei suoi cavalli di battaglia: l’imitazione di Renato Zero.
Da quel momento, dunque, Conti è diventato l’elemento d’unione di questa amicizia a tre, fondata anche sulla città di appartenenza, Firenze, e sull’amore per la comicità. Ovviamente, nel corso degli anni ci sono stati delle normali tensioni, periodi di assestamento che, però, sono terminati velocemente. Uno di questi, ad esempio, ha coinvolto proprio Panariello e Pieraccioni durante le prove dello spettacolo Panariello-Conti-Pieraccioni lo show.
Come lo stesso Conti ha raccontato, però, si è trattato di una semplice incomprensione tra artisti che non ha provocato nessun tipo di problema. E’ bastata, infatti, una nottata di riflessioni per far tornare tutto alla normalità. D’altronde il loro è un legame importante, fondato su esperienze piacevoli ma anche dolorose che hanno condiviso senza arretrare mai.
Nei momenti più duri, come la tragica morte del fratelli di Panariello o la scomparsa dei genitori di Conti e Pieraccioni, ci sono sempre stati uno per l’altro arrivando a diventare anche elemento stabile su cui appoggiarsi per riprendersi dal dolore. Un esempio, il loro, che dimostra come sia possibile andare oltre i propri egocentrismi artistici e riconoscere gli aspetti essenziali della vita.