Astolfo, film diretto nel 2022 da Ganni Di Gregorio, rientra perfettamente nel racconto lieve della piccola ed invisibile umanità che tanto sta a cuore al regista e che è protagonista della sua filmografia da sempre. In questo caso al centro della narrazione c’è proprio Astolfo, un professore in pensione settantenne. Dopo aver trascorso gran parte della sua esistenza a Roma, però, improvvisamente si trova costretto a lasciare l’abitazione. La proprietaria di casa, infatti, lo sfratta.
La sua condizione economica e gli affitti saliti alle stelle, però, non gli permettono di rimanere in città. Per questo motivo decide di tornare in provincia, sulle colline di Artena da dove proviene la sua famiglia. Qui, infatti, possiede ancora un palazzo dal passato nobiliare. Quando arriva sul posto, però, si rende conto dello stato critico delle sue condizioni strutturali. I salotti, una volta eleganti e risplendenti, ora sono coperti da una patina di polvere piuttosto spessa. Oltre a questo, poi, Astolfo scopre che quelle stesse stanze ora sono abitate da un paesano, anche lui sfrattato. Ma dalla moglie.
A questo punto non rimane che unire i resti di queste due vite apparentemente in crisi ma che, dal loro incontro, riescono a trarre nuova forza vitale. Insieme, infatti, iniziano a combattere alcune ingiustizie come, ad esempio, l’appropriazione di alcune terre da parte del sindaco per costruire delle villette. Nel loro mirino, poi, entra anche un prete invadente ed avido. Questo, infatti, è arrivato a murare il salone ed occupare altre stanze per ricavare una sala musica per la parrocchia.
Tra tutti questi eventi, però, Astolfo si trova a fronteggiare uno realmente inaspettato e, per cui, è assolutamente impreparato. Si tratta di Stefania, una signora dal fascino dolce e vitale, il cui compito è andare a ravvivare la tranquilla e noiosa quotidianità di questo professore in pensione con un sentimento che credeva scomparso per sempre.
In questo modo, dunque, Di Gregorio va a definire uno nuovo ritratto della terza età. Con il suo stile garbato, lieve e gioioso, tratteggia anche il segreto per mantenere un’eterna giovinezza dell’animo: ossia i rapporti umani e interpersonali. Certo, il rischio è quello di perdere le proprie certezze, ma il vantaggio è quello di vivere pienamente senza perdere mai di vista l’essenza stessa dell’esistenza.