Il matrimonio del mio migliore amico è una delle rom-com più riuscite degli anni ’90. Merito del cast, formato da Julia Roberts, Cameron Diaz, Dermot Mulroney e Rupert Everett. Di una regia, firmata dall’australiano PJ Hogan, sempre ben calibrata. E di un finale non scontato che vede la bella protagonista Jules ballare tra le braccia dell’altro suo migliore amico, il direttore gay del suo giornale George. Un epilogo dolceamaro che ha sostituito l’altro più convenzionale. Originariamente, infatti, Julianne avrebbe dovuto avere il suo lieto fine, innamorandosi di un invitato al matrimonio di Michael e Kim, ma alla fine si è deciso per qualcosa di diverso. E lo ha spiegato bene lo stesso Hogan. Gli spettatori non volevano che Julianne avesse un lieto fine. “Non l’avevano ancora perdonata. Non erano pronti a vederla tra le braccia di un altro“.
Dunque, di cosa si era macchiata Julianne, una radiosa Julia Roberts, da non poter essere perdonata? La trama di Il matrimonio del mio migliore amico è nota. Jules Potter è una celebrata critica gastronomico, fiera della sua singletudine. L’unico in grado da farle cambiare idea circa la sua vita è il migliore amico Michael, un giornalista sportivo con cui ha condiviso i momenti più belli e più brutti della vita, stringendo un legame che andava oltre l’amicizia. Un quasi amore, tuttavia, mai concretamente perseguito, proprio per l’attitudine ribelle di Jules.
La maturità, però, fa brutti scherzi. Una sera Jules ricorda una promessa fatta anni prima dall’amico e immagina che sia pronto a chiederle finalmente la mano. Se entro i 28 anni non si sarebbero ancora sposati, infatti, lo avrebbero fatto tra loro. L’ipotesi la trova quanto mai d’accordo, ma qualcosa la riporta coi piedi per terra.
Michael, infatti, dice a Jules che sta per sposare un’altra donna, la dolce Kim, erede di un potente imprenditore, e la invita alle sue nozze. Arrivata a Chicago, Jules, colpita nell’orgoglio, decide di mandare a monte il matrimonio di Michael. La ragazza, affascinante e lievemente malvagia, riesce quasi nell’intento. Subdolamente, infatti, mette contro i due fidanzatini e prova a riconquistare l’amico. Fino a quando non scopre che Michael e Kim si amano davvero, al netto delle reciproche nevrosi. Così, al termine di una giornata segnata da colpi di scena di ogni tipo, prende parte alle nozze come damigella d’onore. Viene poi raggiunta dall’amico George che non la lascia sola in questo giorno difficile e balla con lei, sulle note di I say a little prayer. Nessun lieto fine per Julianne, insomma. O forse sì.