Quando nel 1987 esce nelle sale Dirty Dancing, nessuno immaginava che sarebbe diventato uno dei film romantici più amati di sempre (presente nell’elenco del National Film Registry). La storia di Baby Houseman, giovane ragazza in vacanza con la famiglia in un resort estivo (dove si può andare davvero in vacanza), e del suo amore per il ballerino Johnny Castle conquista milioni di spettatori in tutto il mondo. Ma dietro la magia delle coreografie e della colonna sonora indimenticabile, c’è una domanda che il pubblico continua a porsi: Dirty Dancing è davvero tratto da una storia vera?
La risposta è complessa. Il film non racconta un fatto realmente accaduto, ma prende ispirazione diretta dalla vita della sua sceneggiatrice, Eleanor Bergstein. Cresciuta a Brooklyn, trascorreva le estati nei resort dei Catskills, frequentati dalla borghesia ebraica americana negli anni ’50 e ’60. Qui partecipava a competizioni di ballo, tanto che veniva soprannominata Baby, lo stesso nome che avrebbe dato alla protagonista del film. Anche il padre di Bergstein era medico, rendendo la storia ancora più vicina a un’autobiografia romanzata.

Il personaggio di Johnny Castle, poi, non nasce dal nulla. Bergstein, infatti, si ispira a Michael Terrace, insegnante di danza e ballerino che conosce negli anni Sessanta. Terrace racconta alla sceneggiatrice aneddoti e storie dal mondo del ballo, che hanno contribuito a dare autenticità al film. Nonostante questo, però, rimane un personaggio di finzione, così come la sua tormentata storia d’amore con Baby.
Un elemento fondamentale di Dirty Dancing è anche il contesto storico. Il film è ambientato nel 1963, alla vigilia di profondi cambiamenti sociali e culturali negli Stati Uniti. La pellicola racconta il confronto tra classi sociali, la scoperta della sessualità e il desiderio di emancipazione femminile. Tutti temi che, sebbene costruiti per la narrazione, riflettono davvero lo spirito di quell’epoca.
C’è poi una parte della trama che spesso fa discutere: l’aborto clandestino affrontato da Penny, la ballerina collega di Johnny. Questo episodio non corrisponde a un fatto biografico vissuto da Bergstein, ma è inserito per sottolineare le difficoltà delle donne prima della legalizzazione e per dare maggiore profondità al racconto.
Insomma, Dirty Dancing non è una storia vera nel senso stretto del termine, ma è profondamente radicato nella realtà. È una fusione di esperienze personali, ambienti autentici e suggestioni raccolte negli anni dalla sua autrice. Una ricostruzione emotiva, più che cronachistica, di un mondo che stava cambiando.