Il film Disquiet finisce con la morte di Sam che va verso la luce del paradiso, mentre nel mondo reale, la moglie Sarah in lacrime prende la mano del marito e la poggia sul suo ventre, dicendo a Sam che lei e la prossima nascitura, se la sarebbero cavata.
Termina così una storia a metà strada tra la Divina Commedia e Ghost, scritta e diretta da Michael Winnick, che vede come protagonista Jonathan Rhys Meyers. Sam, questo il nome del suo personaggio, è un workaholic sciupafemmine che per questa sua indole ha messo a rischio il matrimonio con la dolce Sarah, incinta del loro primo figlio e solita a perdonare le scappatelle dell’uomo.
Un giorno, mentre alla guida dell’auto controlla il cellulare per una chiamata di lavoro, Sam viene colpito da un camion. La scena che si presenta ai paramedici è terribile. Sam viene portato all’ospedale.
Quando l’uomo si risveglia intubato si accorge che il suo reparto è quasi totalmente deserto. Viene aggredito da un vecchio con i capelli lunghi e bianchi che in un primo momento sembrava in coma. Sam cerca di difendersi e uccide l’uomo, prima di darsi alla fuga. È solo la prima di una lunga serie di cose assurde che gli capiterà di vedere di lì a poco.
Condivide lo stesso destino Monica, una bellissima ragazza che finisce sotto i ferri per un intervento di ingrandimento del seno. Poco di prima di addormentarsi per l’anestesia, infatti, la giovane donna è angosciata dal fatto che il suo chirurgo non abbia volto. A un certo punto, poi, delle sexy infermiere provano a ucciderla. Solo l’intervento di Sam la salva. Adesso sono in due a voler uscire dall’ospedale, ma non sanno come fare. Alla comitiva si unisce Carter, un afroamericano colpito da un poliziotto, presumibilmente razzista, durante una rapina. E l’agente che, a sua volta, tenta in tutti i modi di catturare Carter.
A complicare ulteriormente i piani, c’è l’arrivo di Lili, una dottoressa all’apparenza normale e collaborativa a cui preme portare nei sotterranei dell’ospedale tutti i presenti. Sostiene infatti che l’uscita si trovi proprio lì. La testardaggine con cui ripete questa cosa, però, è quanto meno strana. Anche perché un’altra misteriosa figura, Virgil, un anziano sulla sedia a rotelle, cerca di portarli in direzione opposta, verso il tetto.
Come si spiegano tutti quei fenomeni assurdi, allora? Sam, Monica, Carter e il poliziotto non sono altro che pazienti in coma che in quel momento stanno vivendo una sorta di allucinazione/incubo collettivo. La donna è in coma per le conseguenze dell’intervento estetico, Carter e il poliziotto perché coinvolti, a vario titolo, in una rapina con sparatoria.
Il gruppo dovrà decidere se seguire la luce, quindi morire entrando in paradiso, come vorrebbe Virgil. O andare all’inferno, come al contrario sta cercando di convincerli a fare Lili. Il cui nome completo è Lilith, il demone femminile noto in molte culture antiche. Né Virgil né Lili spiegano la loro missione a Sam e soci. Perché devono essere liberi di agire come meglio sentono. Monica e il poliziotto danno credito a Lili, pensando davvero che la libertà sia in basso, e finiscono negli inferi.
Sam, invece, approfitta dell’avventura per purificare il suo cuore, rendersi conto degli errori fatti nella vita, soprattutto nei confronti di Sarah. Decide allora di prendere le scale per andare verso il tetto. Nel tragitto, che si rivela pieno di pericoli, segnato dall’incontro con altre figure malvagie che vorrebbero fermarlo, si accorge della presenza di una bimba con il volto sfigurato.
La piccola ha paura, ma Sam le fa coraggio e la porta con sé verso la luce. In quel momento la bambina spira serenamente vegliata da madre e padre.
Sam apre la porta sul tetto e vede la luce, il suo cellulare ritrova il segnale e risponde al messaggio di Sarah dicendole che l’ama.
Sam muore, come certifica l’elettroencefalogramma piatto dei macchinari a lui collegati. Sul cellulare di Sarah c’è il messaggio del marito.