Everything Everywhere All at Once agli Oscar 2023 ha fatto incetta di statuette riuscendo a portarsene a casa ben sette. Ma di che parla il film di Daniel Kwan e Daniele Scheinert, vincitore dell’Oscar al miglior film? Viaggiando tra più generi cinematografici e realtà multiversali, Evelyn Quan Wang (Michelle Yeoh) – immigrata cinese e madre di famiglia con una lavanderia a gettoni da gestire – si trova al contempo a dover riequilibrare le sorti dell’universo, tentare di salvare un’attività in fallimento, il suo matrimonio ormai in crisi e un rapporto sempre più difficoltoso con la figlia adolescente.
La pellicola si divide in tre parti: Everything, Everywhere e All at Once. Evelyn Quan Wang è stata trasferita negli Stati Uniti dalla Cina e insieme a suo marito gestisce una lavanderia a gettoni. Gli affari non vanno bene e Waymond, l’uomo, vuole presentare le carte per il divorzio. Come se non bastasse, la IRS ha messo sotto controllo la lavanderia. Evelyn annaspa sotto lo stress della lavanderia a gettoni in fallimento, del suo matrimonio in crisi con Waymond (Ke Huy Quan) e dell’anziano padre (James Hong) che disapprova le sue scelte di vita. Ma è il crescente divario tra Evelyn e sua figlia Joy (Stephanie Hsu) che minaccia di disfare il tessuto dell’esistenza, quando la donna scopre di essere solo una in un vasto multiverso di varianti di Evelyn – e l’unica che può salvarlo.
Quello che ha colpito la critica è senza dubbio il carattere fantastico di un film che parte con un certo realismo ma raggiunge dei mondi eccentrici in un vortice tra finzione e realtà che sconvolge. Forse anche per questo motivo si è arrivati alla vittoria di tante statuette, visto che il film è in grado di portare una ventata di novità in un mondo cinematografico fatto di remake e cose già viste.