Il collezionista, film del 1997 interpretato da Morgan Freeman e Ashley Judd, finisce con Alex che uccide l’assassino, il detective Nick Riviera, giunto a casa di Kate per violentarla e ucciderla. Dopo aver scoperto l’identità del killer grazie alla grafia, lo psicologo Cross corre a casa di Kate, appena in tempo per evitare che Casanova le faccia del male. Cross cerca poi di stabilire un contatto con il killer, che però non abbocca e vistosi impossibilitato a ottenere il suo scopo primario, si appresta a far saltare in aria la casa, uccidendo tutti. Cross riesce a metterlo fuori combattimento con uno stratagemma, per poi abbracciare Kate piangente.
Alex Cross è uno psicologo forense di Washington, chiamato in una piccola contea della Carolina del Nord per indagare sulla scomparsa di alcune ragazze; nella zona sono stati ritrovati alcuni cadaveri, corrispondenti a recenti denunce di scomparsa; nascoste da qualche parte, però, ci sono altre ragazze; l’interesse di Alex, inoltre, non è solo professionale, dato che fra le ragazze sparite c’è anche la nipote Naomi. Non appena le indagini di Cross prendono l’avvio, l’assassino manda un messaggio di sfida alla polizia, firmandosi “Casanova, il grande amatore”. Nel frattempo, Kate McTiernan, giovane chirurgo, viene aggredita nottetempo da un uomo mascherato e trasportata in una grotta; è lei l’ultima vittima del maniaco. Imprigionata in una cella ricavata all’interno di una gigantesca grotta sotterranea, Kate cerca di mettersi in contatto con le compagne di prigionia, fra cui scopriamo esserci effettivamente anche Naomi; il rapitore seda periodicamente le sue vittime, senza però violentarle o mutilarle; cerca invece di stabilire con esse un rapporto, dicendo loro che le ama; chiunque cerchi di sfidarlo, viene ucciso. Kate, anche grazie alle sue conoscenze di kickboxing, riesce tuttavia a liberarsi e fuggire.
Ripresasi, decide di aiutare Alex Cross nell’indagine per liberare le altre ragazze. Cross nota peraltro alcune similitudini con un altro assassino seriale, attivo sulla costa opposta, il “telefonatore gentile”; seguendo questa pista, le autorità incappano in un rifugio pieno di arti di donna mutilati; a quel punto Cross capisce che i due assassini si conoscono e collaborano, seppur con modalità diverse. Le indagini però sono a un punto morto, finché Kate non ricorda di aver sentito, lungo i giorni di prigionia, un rumore insistito di acqua corrente; rapide indagini svelano l’esistenza di una vecchia piantagione coloniale abbandonata. Le forze dell’ ordine giungono in massa e nello scontro a fuoco che segue, un uomo viene ferito; si tratta del fratello dell’assassino, il mutilatore; prima di morire, l’uomo fa capire a Cross che Casanova è troppo furbo, e non si farà prendere mai.
Le ragazze sono state liberate, ed è solo questione di tempo prima che Casanova venga catturato; Cross, dopo essersi finalmente riunito con Naomi, saluta Kate e i due si danno appuntamento la sera stessa per una cena. La donna, tornata a casa, sta meticolosamente preparando il pasto mentre all’esterno pattuglie di polizia sorvegliano il perimetro. Nel gruppo c’è anche il detective Nick Riviera che, con una scusa, si fa accogliere in casa e, non visto, taglia i fili del telefono, e avvia una conversazione con Kate, abbassando gradualmente il tono della voce e confessando così di essere Casanova; il rammarico per non essere riuscito a fare sua Kate è grande;
La donna cerca di ferirlo con un coltello da cucina, ma senza successo; tra i due nasce una colluttazione, Kate ferisce Nick e lo ammanetta al forno; l’uomo si libera, estraendo il tubo dal muro; in pochi minuti la casa sarà satura di gas; l’uomo allora estrae un accendino, ma Cross, giunto sul posto, lo ferma puntandogli una pistola alla testa; Casanova a quel punto si ribella, e provoca Alex parlandogli di Naomi; Cross cerca di farlo ragionare, ma Nick sta per avviare l’accendino; a quel punto, Alex spara a un cartone di latte posto in direzione di Nick; la pallottola, dopo aver trapassato il cartone, trafigge Nick; così facendo, Cross ha attutito la fiammata dello sparo che altrimenti avrebbe fatto esplodere l’abitazione. Ucciso l’assassino, tutto può tornare come prima.