Il prescelto (The Wicker Man) finisce con il sacrificio del protagonista, l’agente Edward Malus interpretato da Nicolas Cage. Gli abitanti di Summersisle gli rompono le gambe per impedirgli di fuggire, e lo sottopongono ad una spaventosa tortura facendogli indossare un casco con api vive al suo interno. Poi lo collocano in una statua di legno, che rappresenta la loro divinità, e gli danno fuoco.
Edward Malus, che è un ex agente di polizia, si è recato sull’isola di Summersisle dopo che la sua ex fidanzata Willow gli ha chiesto di aiutarla a ritrovare la figlia scomparsa. Lì ha scoperto una società matriarcale, dedita ad una religiosità pagana, guidata da Sorella Summersisle. Willow ha confessato ad Edward che la bambina scomparsa, Rowan, è sua figlia. L’ipotesi dell’ex poliziotto è che gli abitanti dell’isola l’abbiano rapita per essere sacrificata agli dei per ingraziarseli dopo una terribile siccità. La realtà è però completamente diversa: la vittima sacrificale non è la bambina, che è in realtà sana e salva, ma lui stesso! La richiesta d’aiuto da parte di Willow era stata in realtà un subdolo escamotage per attirarlo sull’isola al solo scopo di essere sacrificato alla loro divinità. La donna è infatti la figlia di Sorella Summersisle, e aveva selezionato Edward per essere la sua vittima molti anni prima.
Nel finale gli abitanti del villaggio rompono le gambe ad Edward per impedirgli di scappare e lo torturano facendoli indossare un casco con api vive all’interno. L’uomo viene poi imprigionato all’interno di un’enorme statua di legno, rappresentazione della divinità, a cui la stessa Rowan da fuoco, uccidendo così il protagonista tra enormi sofferenze.
Sei mesi dopo ritroviamo Sorella Willow e Sorella Honey in un locale, dove incontrano due giovani poliziotti, che seguiranno poi a casa loro: da questo capiamo che la storia sta per ripetersi e che si tratta delle prossime vittime sacrificali per la divinità di Summersisle.
Il Prescelto è un film horror del 2006 diretto da Neil LaBute, remake del cult The Wicker Man del 1973, di Robin Hardy.