Il 20 giugno 1975 Lo Squalo (Jaws) di Steven Spielberg faceva il suo debutto nelle sale cinematografiche americane, cambiando per sempre la storia del cinema. Questo thriller, che ha terrorizzato intere generazioni con le sue immagini di un gigantesco squalo bianco e l’iconica colonna sonora di John Williams, è considerato il primo vero blockbuster estivo. A 50 anni dalla sua uscita il film rimane un capolavoro di suspense, ma il suo regista si è pubblicamente pentito per l’impatto che ha avuto sulla percezione degli squali, accusati ingiustamente di essere “mostri” e cacciati senza sosta.
Tratto dall’omonimo romanzo di Peter Benchley, Lo Squalo racconta la lotta del capo della polizia Martin Brody (Roy Scheider), dell’oceanografo Matt Hooper (Richard Dreyfuss) e del cacciatore di squali Quint (Robert Shaw) contro un predatore che semina il panico nella cittadina balneare di Amity. Girato in mare aperto a Martha’s Vineyard, il film fu una sfida produttiva senza precedenti e incassò 476 milioni di dollari in tutto il mondo, diventando il film con il maggior incasso della storia fino all’uscita di Guerre stellari nel 1977, e vincendo 3 Oscar per miglior colonna sonora, montaggio e sonoro. La sua distribuzione su oltre 450 schermi, accompagnata da una campagna di marketing innovativa, segnò l’inizio dell’era dei blockbuster estivi.
Nonostante il trionfo, Lo Squalo ha avuto un effetto collaterale imprevisto: ha alimentato una paura irrazionale verso gli squali, dipinti come spietati assassini. Questo ha scatenato una vera e propria psicosi collettiva, portando a un boom della pesca sportiva e alla decimazione delle popolazioni di squali: secondo l’Unione Internazionale per la Conservazione della Natura, il 30% delle specie di squali è oggi a rischio estinzione, anche a causa della caccia e della popolarità di piatti come la zuppa di pinne di squalo.

Peter Benchley, autore del romanzo, si pentì profondamente di aver contribuito a questa immagine negativa: dagli anni ’80 in poi dedicò la sua vita alla protezione degli squali, scrivendo libri come Squali in pericolo e definendosi “avvocato degli oceani“. In un’intervista del 2002 per il National Geographic, Benchley dichiarò: “Se avessi conosciuto allora la vera natura degli squali, non avrei scritto il libro”. Gli squali, lungi dall’essere “mangiatori di uomini”, si nutrono infatti principalmente di pesci, e raramente attaccano gli esseri umani senza essere prima stati provocati.
Nel 2022, in occasione di un’intervista per il programma Desert Island Discs della BBC, anche Spielberg ha espresso il suo rammarico per l’impatto del film. “Mi pento davvero dell’influenza che Lo Squalo ha avuto sulla decimazione della popolazione di squali”, ha detto, riconoscendo che il film ha contribuito a una “frenesia di pesca” che ha danneggiato questi animali. “Gli squali sono in qualche modo arrabbiati con me”, ha aggiunto con una nota di umorismo, ma il suo messaggio era chiaro: il film ha distorto la realtà, trasformando dei predatori essenziali per l’ecosistema marino in nemici pubblici.