L’ufficiale e la spia, film del 2019 di Roman Polanski, finisce con Dreyfus che, finalmente scagionato da tutte le accuse, chiede udienza a Picquart, nel frattempo divenuto Ministro, per chiedere la promulgazione di una legge che gli permetta di riguadagnare i gradi militari persi durante la detenzione. Picquart, citando il clima politico cambiato, nega al maggiore questa possibilità; Dreyfus si rammarica, ma ringrazia Picquart di tutto quello che ha fatto per lui, e si congeda.
Marie – Georges Picquart, ufficiale del Servizio Segreto militare francese, ha da poco preso il posto del suo predecessore, impossibilitato a proseguire il proprio lavoro a causa di una grave malattia; appena insediatosi, Picquart concentra la sua attenzione sul caso del maggiore ebreo dell’esercito Alfred Dreyfus, condannato per tradimento e imprigionato nella colonia penale di Isola del Diavolo. Picquart, indagando su un altro possibile delatore, il maggiore Esterhazy, si rende conto che la prova principe usata per condannare Dreyfus, un documento autografo denominato “bordereau” è in realtà stato scritto proprio da Esterhazy. Il tentativo di Picquart di riaprire il caso trova però l’opposizione dei suoi superiori, preoccupati dell’eventuale scandalo politico che deriverebbe dalla scoperta dell’innocenza di Dreyfus. Georges viene allora mandato in missione lontano da Parigi per evitare che prosegua le indagini.
Al suo ritorno, il militare sceglie di appoggiarsi, con l’aiuto di un amico avvocato, alla forza dell’opinione pubblica. La campagna per la liberazione di Dreyfus è capitanata dal celebre romanziere Émile Zola, figura principe tra gli intellettuali di Francia; Zola, con un lungo articolo pubblicato sul periodico L’Aurore, denuncia i nomi di tutte le alte personalità militari coinvolte e conseguentemente, viene rinviato a giudizio per diffamazione. Nonostante i tentativi di Picquart di far emergere la verità, lo scrittore viene ritenuto colpevole, e Georges, accusato di spergiuro, viene posto in carcere.
Tempo dopo, l’avvocato Labois porta al suo amico la notizia che il maggiore Henry, uno dei propugnatori più audaci delle accuse a Dreyfus, ha confessato al Ministro della Guerra di aver fabbricato alcune prove incriminanti, in particolare una lettera che determinava i contatti tra il maggiore e l’esercito tedesco. Di conseguenza, viene ordinato un nuovo processo a Dreyfus, che finalmente potrà lasciare la colonia penale e tornare a Parigi. Poco prima dell’inizio del dibattimento, però, Labois viene gravemente ferito da un attentatore anti-dreyfusista; il maggiore così, viene ancora una volta condannato, ma la pena viene ridotta a dieci anni; successivamente, Dreyfus riceve la grazia presidenziale; Picquart vorrebbe continuare a combattere e stabilire una volta per tutte l’innocenza del militare, ma Alfred, stanco dopo anni di lotte, accetta il perdono del Presidente.
Una scritta a schermo ci informa che, nel corso dei sette anni successivi, Dreyfus verrà reintegrato nell’esercito; Picquart, sposatosi con la sua amante storica, Pauline Monnier, è ora Ministro della Guerra. Nel suo ufficio si presenta Dreyfus che si rammarica del fatto che, nonostante tutti i problemi avuti con le alte cariche militari, Picquart abbia ricevuto tutte le dovute promozioni, mentre lui, dopo la lunga detenzione, ha ancora il grado di Maggiore; Alfred chiede a Picquart di fare qualcosa e Georges, cinicamente, gli risponde che solo una legge speciale potrebbe garantirgli ciò che vuole, ma aggiunge anche che la situazione politica non permette una simile mossa. Dreyfus replica con disprezzo, ma comprende la situazione e si congeda da Picquart con dignità.