Il film L’ultima volta che siamo stati bambini finisce con la morte di Italo. Insieme a Cosimo e Vanda, infatti, si addormenta all’aperto febbricitante e malato. All’indomani, quando i due ragazzi fanno per svegliarlo, non ci riescono. All’inizio non si preoccupano. Da quando ha la febbre, infatti, faticano sempre a farlo alzare la mattina. A far capire loro che il giovane amico è morto ed è diventato un angelo, però, è suor Agnese che, proprio insieme al fratello di Italo, ha cercato di raggiungere i ragazzi nella loro fuga alla ricerca di Riccardo.
Interpretati da Alessio Di Domenicantonio, Vincenzo Sebastiani, Carlotta De Leonardis, i tre giovani protagonisti sono al centro del libro L’ultima volta che siamo stati bambini di Fabio Bartolomei e del film omonimo diretto da Claudio Bisio. La vicenda muove i primi passi a Roma, durante i primi giorni dell’ottobre del 1943. Tra le strade della città quattro ragazzini giocano alla guerra come se quello che sta accadendo introno a loro non avesse importanza.
Italo è il figlio di un convinto fascista, il padre di Cosimo è al confino perché dissidente, Vanda è un’orfana e Riccardo proviene da una famiglia di ebrei. Le differenze culturali che li rendono potenzialmente diversi, però, non riescono ad allontanarli più di tanto. Durante l’infanzia, infatti, l’affetto e il legame conta più di qualsiasi altra convinzione.
Per questo motivo quando Riccardo scompare, dopo il rastrellamento al ghetto di Roma il 16 ottobre, i tre amici decidono di andarlo a cercare perché è assurdo ed impossibile che i tedeschi se la possano prendere con un bambino. Almeno è quello che credono, sostenuti dall’ingenuità dell’età e da una visione pura dei rapporti umani. D’altronde tra di loro c’è un patto di sputo che non può essere assolutamente violato e che li unisce fino alla fine.
Ciò che non sanno, però, è quanto verranno cambiati dalla loro avventura lungo un’Italia sempre più divisa e dilaniata da tanti anni di conflitto. Camminando lungo le rotaie, passando tra i campi e le cittadine i tre ragazzi saranno a contatto con un’umanità piegata e poco incline alla comprensione. Scopriranno il significato della fame e del deperimento. E, più di tutto, si rederanno conto di come i tedeschi possano essere molte cose tranne che comprensivi. Un passo alla volta, dunque, come compreso dalla saggia Vanda, quest’impresa li ha cambiati. Non saranno mai più uguali a prima e, probabilmente, la loro innocenza è spezzata. L’unica possibilità, però, è trasformarsi nella miglior forma di adulti possibili.