Sono passati diversi giorni dalla serata inaugurale di Cabaret Amore Mio! Comedy Festival di Grottammare, in provincia di Ascoli Piceno, il primo agosto, ma ancora non si spegne l’eco delle dichiarazioni di Marco Santin della Gialappa’s Band, premiato con l’Arancia d’Oro alla carriera 2025. Durante il suo intervento, infatti, ha parlato con grande trasporto della tragedia di Gaza, discutendo con toni accesi con uno spettatore che lo aveva interrotto. Quando Santin ha detto che “il 7 ottobre e Hamas sono tutte cazzate“, qualcuno dal pubblico gli ha detto: “Oh, scemo! Cosa c…o dici che il 7 ottobre e Hamas è una c….ta?“, l’alterco è diventato più pesante. Santin, quindi, ha replicato duramente: “Vai a studiare dal 1946, quando è iniziato il massacro del popolo palestinese“.
Santin da tempo sostiene la causa palestinese sui suoi profili social, in particolare Instagram, dove ogni giorno condivide appelli in favore della popolazione di Gaza e testimonianze dirette di semplici cittadini e operatori umanitari.
Durante l’evento Santin, affiancato da Roberto Lipari, ha attaccato i politici italiani per non aver mai preso posizione: “Gli unici imbecilli che non prendono posizione siamo noi italiani. È vergognoso, ci sono bambini straziati tutti i giorni“.
Quanto alla possibilità che il conflitto tra Israele (sulla spinta del sionismo) e Palestina che da anni sta insanguinando il Medioriente (qui abbiamo spiegato il ruolo chiave del Regno Unito nella questione), Santin è stato altrettanto chiaro:
“Questo non è un argomento divisivo perché di fronte a una roba di questo tipo non ci può essere io sto di qui, io sto di là, non sono due squadre di calcio. È il massacro di un popolo, è il massacro di bambini. non ci può essere divisione, bisogna dire basta. non si può affamarli, assetarli, bombardarli, ucciderli, straziarli. cioè non è possibile. E non è per ricevere l’applauso. Voglio aggiungere una cosa: non è vero che non si può fare niente. Tutti noi possiamo fare qualcosa. possiamo donare alle associazioni che ci sono là. Molte sono vere e cercano di fare delle cose.
Possiamo ogni giorno protestare sui social, fare sentire la nostra voce. Perché solo così i governi vedono il malcontento popolare e magari una piccola decisione diversa la prendono. Non è il caso dell’Italia, perché quella ha il paraocchi e probabilmente non succederebbe niente. Però facciamo sentire la nostra voce, se non altro per non essere ricordati nei libri di storia fra 40 anni come gli imbecilli che non hanno fatto niente mentre c’era il massacro di un popolo“.
In Italia, dunque, sempre più personalità del mondo dello spettacolo e della cultura stanno alzando la voce in sostegno della popolazione di Gaza. Come il movimento Venice for Palestine che, alla vigilia dell’inizio della Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia, ha chiesto a gran voce che sia ritirato l’invito a Gal Gadot e Gerard Butler, sostenitori di Israele. Qui trovate la notizia con tutti i dettagli.