Ore 10: calma piatta, film thriller del 1989 diretto da Philip Noyce, finisce con John (Sam Neill) che salva Rae (Nicole Kidman) dall’aggressione di (Billy Zane) Hughie, il quale, dopo essere riuscito a salire sul Saracen, non visto, arriva alle spalle di Rae e cerca di strangolarla con una corda. John, accortosi per tempo di quel che sta accadendo, lancia un razzo di segnalazione in direzione di Hughie, centrandolo alla testa. L’uomo, ormai esanime, cade in mare, e i due sposi osservano il mare calmo.
Durante le vacanze di Natale, John, veterano della Marina australiana, e la moglie Rae sono in crociera su un piccolo yatch, il Saracen, solcando i Mari del Sud: le festività, però, non sono l’unico motivo per questa fuga in mezzo alla solitudine; il giovane figlio della coppia, Danny, è morto in un tragico incidente d’auto che ha quasi ucciso anche la madre; un periodo di tranquillità, solcando acque calme e limpide, potrà aiutare entrambi a superare lo shock della perdita. Dopo tre settimane di placida navigazione, mentre Rae mostra i primi timidi segni di recupero psicofisico, John avvista all’orizzonte un grosso veliero e vorrebbe avvicinarsi a soccorrerlo, ma in breve tempo una piccola scialuppa con a bordo un uomo si dirige verso il Saracen. A condurla è Hughie, apparentemente l’unico sopravvissuto fra i passeggeri del veliero, che a causa di una falla, sta per affondare; gli altri passeggeri sono morti a causa di una grave intossicazione alimentare. John, poco convinto dal racconto del giovane decide di recarsi personalmente a bordo del veliero, l’Orpheus, per analizzare la situazione.
Una volta lì, John trova l’imbarcazione totalmente a soqquadro e invasa dall’acqua; all’apertura di un portellone, l’uomo rinviene dei cadaveri con segni di traumi evidenti. Nel frattempo, sul Saracen, Rae è sempre più indispettita dal bizzarro comportamento di Hughie e decide di raggiungere l’Orpheus utilizzando il motore di bordo. Hughie, accortosi dell’accensione, cerca di prendere con la forza il comando della barca. Da lontano John assiste alla scena e, capendo al volo la situazione, implora la moglie di buttarsi in mare, ma lei non può sentirlo; dopo essere stata spinta via a forza dal timone, e aver sbattuto la testa, ha perso conoscenza. John cerca allora di risalire a bordo del Saracen, ma fallisce e decide di tornare sull’Orpheus per tallonare lo yatch, ora saldamente in mano a Hughie.
Dopo aver cercato in tutti i modi di riprendere il timone del Saracen, Rae riesce a contattare John via radio, e viene a sapere che il veliero non affonderà prima di sei ore; se la donna riuscirà a riprendere il comando dell’imbarcazione, arriverà in tempo per salvare il marito dall’annegamento. Rae decide allora di assecondare Hughie, che vorrebbe fare sesso con lei. La donna, in realtà, ha organizzato tutto come diversivo, per andare a prendere il fucile nascosto nel ripostiglio sul ponte del Saracen. Prima che possa utilizzarlo, però, viene sorpresa da Hughie, ed è costretta a cedere di fatto alle sue voglie. Nel frattempo, una tempesta si sta avvicinando all’Orpheus e John, con l’acqua ormai a livelli di guardia, decide di praticare un foro al ponte della nave, per assicurarsi una possibile via di fuga verso il basso. Dopo aver fatto l’amore con Hughie, Rae, ormai a corto di risorse, mette dei sedativi in una limonata e, dopo averla assaggiata, convince il giovane a berla tutta, e con una scusa lo allontana, per armare definitivamente il fucile, Hughie, però, sorprende Rae con l’arma in mano, l’aggredisce e gliela strappa, mentre lo yatch viene sballottato dalle onde del mare in burrasca. Il giovane, a causa della vista annebbiata dal sonnifero, manda a vuoto i due colpi caricati nella canna, e, dopo una breve colluttazione, viene rinchiuso dalla donna dietro una porta.
A quel punto Rae inserisce degli arpioni da pesca nella canna del fucile e cerca di uccidere Hughie attraverso la porta chiusa, ma per errore trucida Ben, il suo cagnolino, appostato lì dietro in attesa dell’apertura. Sentendo il guaito dell’animale, Rae riapre la porticina e viene immediatamente aggredita da Hughie che cerca di strangolarla, salvo crollare a terra esanime dopo pochi istanti; il sedativo ha fatto effetto. Rae, dopo aver rinchiuso l’uomo in una cabina, legato mani e piedi, issa le vele e si dirige a tutta forza verso l’Orpheus (il motore era infatti stato danneggiato dalla burrasca). John, nel frattempo, ormai letteralmente con l’acqua alla gola, sfonda con i piedi il ponte della nave, precedentemente indebolito, e riemerge finalmente all’aria aperta. Al tramonto, il Saracen veleggia quieto nella zona dell’Orpheus e John, riparato su una zattera di fortuna ricavata da una tavola di legno, dà fuoco ai resti del veliero. Rae avvista il bagliore dell’incendio in lontananza e va verso il marito; nel frattempo, però, Hughie, esauritosi l’effetto del sonnifero, riesce faticosamente a liberarsi dalle corde e sfonda a calci la porta della cabina; all’uscita, viene sorpreso da Rae che lo infilza al petto con un arpione, per poi colpirlo violentemente con pugni e calci, facendogli perdere di nuovo conoscenza. La donna, allora, getta in mare un gommone a tenda e vi scaraventa dentro Hughie, esanime, per poi lasciar andare il natante alla deriva. Pochi istanti dopo, servendosi di un paio di razzi di segnalazione e di un faretto, Rae ritrova finalmente John, che nel frattempo giaceva addormentato sulla zattera alla deriva. I due, finalmente riuniti, si abbracciano con amore.
La mattina successiva, mentre il Saracen di nuovo ondeggia su acque calme, i due coniugi, ormai in salvo, scorgono un gommoncino nei pressi dello yatch. Temendo possa nascondere Hughie, i due lo incendiano usando un razzo di segnalazione. A quel punto, tornata la calma, John e Rae assaporano la ritrovata tranquillità della loro vita; il marito decide di andare a preparare una succulenta colazione, mentre Rae, reduce da una rinfrancante nuotata in mare, si dedica a un rilassante bagno di sole. All’improvviso, delle mani, sporche e callose, le accarezzano i capelli; Rae si lascia andare all’inaspettato massaggio, ma quando chiede al marito di passarle l’asciugamano, riconosce al tatto le braccia di Hughie e urla, terrorizzata; il giovane cerca allora di chiuderle la bocca con una mano, e le avvolge l’asciugamano al collo, stringendolo sempre più stretto. John, uscito dalla cucina con in grembo un vassoio ricolmo di cibo, sente un grido strozzato e trasalisce, lasciando cadere a terra la colazione. Dalle ombre proiettate sulla vela, capisce che sua moglie è in pericolo e, afferrato al volo un razzo di segnalazione, lo spara in direzione della testa di Hughie, colpendola in pieno. Il razzo, esploso, fracassa il cranio del giovane che cade morto in mare. John e Rae, finalmente salvi da ogni pericolo, si abbracciano, e osservano sorridenti l’orizzonte.
Ore 10: calma piatta, tratto dal romanzo Dead Calm di Charles Williams, è un thriller del 1989 diretto da Philip Noyce, con Nicole Kidman (Rae), Sam Neill (John) e Billy Zane (Hughie).