RoboCop, film d’azione del 2014, finisce con Alex Murphy (Joel Kinnaman) che, dopo il conflitto a fuoco con Sellars sul tetto della Omnicorp, viene ricostruito dal dottor Norton, e può ricominciare da zero la sua vita insieme alla moglie Clara e al figlio David. Nell’ultima scena del film, il giornalista Novak lamenta in diretta la scelta del Presidente statunitense di continuare a vietare l’utilizzo dei robot da combattimento sul suolo americano, e chiude la trasmissione con una lode patriottica agli Stati Uniti.
Alex Murphy, detective della polizia di Detroit, sta indagando su un sospetto traffico d’armi da guerra, nel quale parrebbero essere coinvolti alcuni poliziotti del suo distretto, al soldo di Vallon, un potente gangster della zona; una sera, dopo aver messo a letto il figlio, Alex viene investito dall’esplosione di un’autobomba piazzata nel vialetto di casa; ricoverato in condizioni disperate, viene scelto come cavia per un progetto sperimentale. La Omnicorp, multinazionale specializzata in droni e robot da combattimento, utilizzati al posto dei soldati in zone di guerra molto critiche, vuole espandere il proprio fatturato e iniziare a vendere i suoi prodotti anche sul suolo statunitense. Tuttavia, una legge appoggiata da importanti esponenti politici impedisce l’utilizzo di robot automatizzati per il mantenimento dell’ordine pubblico in tempo di pace: secondo i piani di Raymond Sellars, presidente Omnicorp, Murphy, allora, diventerà un nuovo prototipo di super poliziotto, un ibrido dotato di un corpo completamente robotizzato, ma ancora provvisto di coscienza e personalità umane. Il nuovo Alex viene più volte riprogrammato per affinarne l’efficienza e farne una macchina da combattimento perfetta, fino a diventare il terrore della criminalità cittadina.
Alex è stato ora completamente privato della possibilità di provare emozioni, ed è ormai l’arma anticrimine che la città desidera; tuttavia, dopo un incontro con la moglie, la sua coscienza individuale comincia lentamente a risvegliarsi; utilizzando tutti gli strumenti che il suo sistema gli mette a disposizione, Alex indaga sul proprio attentato e dopo aver sterminato Vallon e i suoi uomini, si reca alla stazione di polizia per stanare e arrestare i poliziotti complici del criminale. Dopo aver messo agilmente al loro posto i due principali sospettati, con l’aiuto dell’ex collega e amico Jack, Alex scopre che la corruzione è molto più diffusa di quanto credesse, e arriva a toccare anche il suo superiore, il capo della polizia di Detroit; mentre è sul punto di arrestarla, Alex si accascia a terra. Mattox, suo programmatore ed istruttore, ha spento i sistemi da remoto.
L’iniziativa presa da Alex rischiava infatti di danneggiare l’immagine pubblica dell’azienda, facendo uscire allo scoperto le eventuali connivenze politiche dietro gli scandali di corruzione. Sellars usa l’incidente a suo vantaggio, per dimostrare l’inaffidabilità degli ibridi, e la necessità dell’esclusivo utilizzo di modelli automatizzati. Grazie alla spinta mediatica data dall’amico giornalista Pat Novak, Sellars fa abrogare la legge che vieta l’utilizzo dei robot, e decide anche di far uccidere Alex di nascosto, per poi vendere la sua morte come il martirio di un eroe. Il dottor Norton, che ha costruito il prototipo di Alex e che è sempre meno convinto della bontà di questa operazione, decide di avvisare Alex del pericolo e va di soppiatto nel laboratorio dove l’ibrido è rinchiuso; la coscienza di Alex si ridesta e i due fuggono dal laboratorio prima dell’arrivo dei militari. Alex, privo del trasmettitore interno che gli consente di essere comandato da remoto, va al quartier generale della Omnicorp, dove nel frattempo Sellars, ancora all’oscuro della fuga, ha convocato Clara per comunicarle la notizia del decesso.
Arrivato a destinazione, Alex, affrontato da due giganteschi droni da combattimento, viene crivellato di colpi, ma riesce a sfuggire alle macchine grazie all’intervento tempestivo dell’amico Jake; barcollante e indebolito, Alex viene raggiunto da Mattox, che lo mette a terra con una scarica di taser. Alex, impossibilitato a sparare al suo istruttore a causa della programmazione interna del sistema, sta per essere giustiziato, quando Jake spara alle spalle a Mattox, uccidendolo. Alex, poi sale sul tetto dell’edificio, in corrispondenza dell’eliporto, dove Sellars si trova con Clara e Patrick; Sellars cerca di convincere Alex ad arrendersi dicendogli che lui è l’unica persona che può tenerlo in vita; oltretutto, non può sparargli, a causa delle limitazioni del sistema. Alex tuttavia non demorde e avverte Sellars che lo ucciderà, anche a costo di essere poi disattivato. Sellars lo provoca ulteriormente, dicendo che potrebbe fare quello che vuole a Clara e Tommy, e Alex non potrebbe comunque reagire, perché è un robot. A quel punto, la coscienza umana dell’ex detective ha la meglio e Alex spara a Sellars, uccidendolo, per poi cadere a terra colpito a sua volta; soccorso dalla moglie e dal figlio, li rassicura, dicendo loro che andrà tutto bene.
Tempo dopo, vediamo Alex, completamente riprogrammato e ricostruito, nel laboratorio di Norton, pronto per ricongiungersi definitivamente con la sua famiglia. Il film si chiude come era iniziato, con una trasmissione di Pat Novak che, in diretta nazionale, critica aspramente la decisione del Presidente degli Stati Uniti di confermare la legge anti-robot, presa dopo aver ascoltato il parere del dottor Norton. In preda alla rabbia e al turpiloquio, Novak obietta fortemente alla scelta del governo, riaffermando l’uso dei droni e dei robot a scopo militare come qualcosa che rende grande la nazione.
RoboCop, diretto da Josè Padilha, remake dell’omonimo film del 1987, vede nel cast Joel Kinnaman (Alex), Michael Keaton (Sellars), Gary Oldman (Norton) e Samuel L. Jackson (Novak).