Rocky III, terzo capitolo della saga con Sylvester Stallone, finisce con Rocky che riconquista la corona di campione del mondo dei pesi massimi, battendo Clubber Lang dopo un combattimento sfibrante; Apollo, dopo aver aiutato l’ex nemico a tornare sul tetto del mondo, gli chiede un’amichevole rivincita nella sua palestra di quartiere; così, i due avversari salgono un’ultima volta sul ring a scambiarsi fendenti in un’atmosfera gioviale e goliardica; il film si conclude con un’ inquadratura fissa delle due braccia tese che si sfiorano, l’una verso l’altra, fino a formare un colorato mosaico.
Dopo aver battuto Apollo Creed nel match valido per il titolo mondiale dei massimi, Rocky Balboa dà il via a una fulminante carriera; nel giro di tre anni, difende il titolo per una decina di volte battendo inesorabilmente tutti gli avversari. Ormai ricco famoso e realizzato, Rocky pensa al ritiro, coadiuvato in questo da Mickey, anch’egli vecchio e stanco. Balboa è un mito della collettività, un simbolo di riscatto per la sua Philadelphia, che gli dedica persino una statua commemorativa; mischiato tra la folla, il giorno della presentazione troviamo un giovane pugile di colore, Clubber Lang, che negli ultimi tempi si è fatto un discreto nome sconfiggendo per k.o. tutti i suoi avversari. Lang, irruento e pieno di sé, accusa Rocky di aver vinto solo grazie ad incontri truccati, e di aver paura di affrontare lui, l’unico vero legittimo sfidante al titolo. Rocky non abbocca, ma quando Lang, con volgarità, si avvicina ad Adriana, Balboa si infuria e decide che sì, il suo ultimo incontro prima del ritiro sarà contro Lang.
Mickey cerca di dissuaderlo; sa che Rocky non può vincere e in uno scambio accorato, gli rivela che gli avversari con cui aveva combattuto per difendere il titolo erano stati scelti apposta da lui perché inferiori, e garanzia di facile vittoria. Rocky, frastornato da questa scoperta, si prepara ad incontrare Lang in un’atmosfera rilassata e festosa, tra fan in delirio, lustrini e vendita di merchandising. A pochi minuti dall’inizio dell’incontro, Lang, divorato dalla frustrazione e dalla voglia di rivalsa, cerca di aggredire Rocky nel sottopassaggio che porta al ring; nasce una rissa e Mickey, cardiopatico, è colto da gravissima crisi.
Mentre il suo allenatore e mentore lotta tra la vita e la morte negli spogliatoi, Rocky, spaesato sale sul ring, mentre Apollo Creed commenta il match per un’emittente televisiva. Rocky, senza la guida di Mickey, cade sotto i colpi poderosi di Lang e perde per k.o. al secondo round. Tornato al capezzale di Mickey, ormai in fin di vita, assiste al suo ultimo respiro, senza riuscire a dirgli la verità sulla sua sconfitta.
Di ritorno a Philadelphia, solo e triste, Rocky entra nella vecchia palestra di Mickey e si trova davanti Apollo, che lo rimprovera per aver perso un combattimento che poteva vincere, e si offre di allenarlo in vista di una rivincita contro Lang; con un training mirato, potrà farcela, ma prima di tutto, requisito fondamentale, Balboa dovrà ritrovare la fame, la voglia di vincere; dovrà salire sul ring con gli “occhi della tigre”. Per fare uscire Rocky dal loop negativo, Apollo lo porta a Los Angeles, nella sua vecchia e sgangherata palestra, nel tentativo di farlo ritornare alle origini. La mossa però non genera i frutti sperati; Rocky è svogliato e demotivato, non riesce più a mettere se stesso in quello che fa. Sulla spiaggia, mentre Rocky boccheggia dopo uno sprint, Apollo capisce che non c’è più alcuna possibilità.
A quel punto, tocca ad Adriana trovare la chiave del malessere di Rocky; in un confronto sincero, Balboa confessa alla moglie tutta la sua frustrazione per gli inganni di Mickey; ha capito di non essere il campione che tutti credono, e se una volta, salire sul ring e farsi riempire di botte non era importante, ora il timore di perdere tutto quello che si è guadagnato, è troppo forte; non ultima, troneggia la paura dell’avversario. Adriana raccoglie i tormenti di Rocky, ma gli risponde dicendo che non importa la qualità degli avversari, lui sarà sempre un campione, e per dimostrarlo, dovrà andare fino in fondo, non per gli altri, ma per se stesso. Rinfrancato dalle parole del suo amore, Rocky si butta a capofitto nel programma di allenamento di Apollo e arriva alla sfida con Lang più pronto che mai, e con un amico in più nella propria vita.
Infatti, la prima ripresa del nuovo match è un monologo di Rocky, che stordisce Lang con una gragnuola di colpi uno dopo l’altro; il campione è disorientato, ma si riprende presto e manda Rocky alle corde; il nostro protagonista sembra non avere armi di difesa, ancora una volta impotente contro la furia dei pugni di Lang, che lo manda al tappeto nel secondo round, per due volte nel giro di pochi secondi. A quel punto Rocky cerca di provocare Lang, puntando sui nervi, ma al gong, Apollo lo rimprovera; se decide di farsi pestare a sangue, non riuscirà ad avere la meglio; solo muovendosi sul ring con determinazione, avrà una chance.
Al terzo round, Lang è deciso a chiudere la pratica, rimandando l’avversario alle corde con una serie ravvicinata di fendenti. Rocky si espone volontariamente ai colpi, provocando l’avversario con insulti e frecciate. La furia cieca del campione gli è ormai del tutto inutile; addirittura Lang manda a vuoto tutta una serie di colpi, esattamente come nella prima ripresa, mentre Balboa si difende con accortezza. per poi contrattaccare con una serie di violenti colpi allo stomaco che destabilizzano il contendente. Lang è ora in balia di Rocky, che lo colpisce ripetutamente al volto, spingendolo alle corde e martellandolo con diversi colpi all’addome.
Lang cerca di difendersi come può, ma tornato al centro del ring, viene raggiunto da quattro precisi colpi al volto, l’ultimo dei quali lo manda al tappeto definitivamente: Rocky è di nuovo il campione mondiale dei pesi massimi.
Dopo aver condotto l’ex avversario al successo, Apollo riscuote il favore chiesto in precedenza; un’amichevole rivincita in onore dei vecchi tempi. In un’atmosfera di scherzosa amicizia, i due salgono sul ring, pronti per l’ennesima sfida.
Rocky III è un film scritto, diretto e interpretato da Sylvester Stallone (Rocky), con Talia Shire (Adriana), Carl Weathers (Apollo) e Mr. T. (Clubber Lang).