Questa sera l’Inter affronterà il Fluminense, nell’incontro valido per gli ottavi di finale del Campionato Mondiale per Club. E sulla panchina della squadra brasiliana c’è una vecchia conoscenza del calcio italiano, Renato Portaluppi. Noto in Brasile come Renato Gaúcho, è una figura iconica del calcio sudamericano, oggi è uno stimato allenatore, ma il suo passato da calciatore è stato quanto mai controverso. Nato il 9 settembre 1962 a Guaporé, Brasile, Portaluppi si distinse negli anni ’80 come ala d’attacco, celebre per dribbling e scatti fulminanti. La sua carriera iniziò con il Grêmio, dove vinse la Coppa Libertadores e la Coppa Intercontinentale nel 1983, segnando una doppietta decisiva contro l’Amburgo che gli valse il titolo di miglior giocatore della finale.
Nel 1988, Portaluppi approdò in Italia, alla Roma, con grandi aspettative. Definito da Nils Liedholm “il Gullit bianco” e paragonato a Maradona dal presidente Dino Viola, il brasiliano deluse sul campo, segnando solo quattro gol nelle coppe e nessuno in campionato. La sua esperienza romana fu segnata più dalle sue vicende extracampo che dalle prestazioni sportive.

Celebre per il suo stile di vita da playboy, con un inconfondibile taglio mullet, Portaluppi fece parlare di sé per dichiarazioni provocatorie, come quella di aver avuto “cinquemila donne”, e per comportamenti che gli valsero il soprannome di “pube de oro” tra i tifosi giallorossi. Dopo un solo anno, tornò in Brasile, dove continuò a brillare con club come Flamengo, Botafogo e Fluminense, segnando un memorabile gol di pancia nella finale del Campionato Carioca del 1995.
Da allenatore, Portaluppi ha dimostrato una maturità che contrasta con il suo passato da “enfant terrible”. Dal 2000, ha guidato club prestigiosi come Fluminense, Flamengo e Grêmio, con cui ha conquistato la Coppa Libertadores nel 2017, unico brasiliano a vincerla sia da giocatore che da tecnico. Alla guida del Fluminense, ha introdotto un approccio pragmatico, enfatizzando equilibrio difensivo e contropiedi rapidi, che gli è valso almeno l’arrivo agli ottavi.