Karl-Heinz Schnellinger è stato un difensore tedesco che ha giocato con Milan e Roma. Giocatore poliedrico, impiegato anche come mediano, stopper e libero, è passato alla storia per il gol del momentaneo pareggio della Germania nella leggendaria semifinale Italia-Germania 4-3 nei mondiali di Messico ’70.
Karl-Heinz Schnellinger nasce a Düren, vicino a Colonia, il 31 marzo del 1939, sotto il segno dell’Ariete. Inizia la sua carriera professionistica nel 1958 nel Colonia dove giova per 4 stagioni. Poi, arriva in Italia alla Roma, nel campionato 63-64, ma subito viene girato al Mantova. Debutta in serie A nel 1963, curiosamente in una sconfitta casalinga contro il Milan, la squadra che avrà il ruolo più importante nella sua carriera.
Dopo un breve ritorno nella Capitale, nel 1965 finalmente si accasa al Milan, dove resta per ben 9 stagioni. Conquistando traguardi prestigiosi. Prima la Coppa Italia del 1967, poi l’accoppiata scudetto-Coppa della Coppe. Seguita, nel ’69, dal double Coppa dei Campioni-Coppa Intercontinentale. Anche negli anni ’70 il carniere di Schnellinger con la maglia rossonera è ricco.
Vince altre due coppe Italia (1972 e 1973) e la Coppa delle Coppe del 1973. In quell’anno, però, il Fatal Verona fa sfumare lo scudetto della stella per il Milan, che finisce al secondo posto, dietro alla Juventus e davanti alla Lazio. Schnellinger è comunque presente nella hall of fame del club meneghino. Nel ’74 lascia Milano per tornare in patria a Berlino. Si ritira a fine stagione.
Schnellinger, soprannominato Volkswagen per la sua solidità, come detto è diventato celebre anche per la rete segnata nella partita più emozionante della storia degli azzurri e dei mondiali, Italia-Germania 4-3. Suo è il gol del momentaneo pareggio. All’ultimo minuto, con l’Italia avanti per 1-0 grazie al gol di Boninsegna, il difensore riacciuffa la gara, portando la sfida ai massacranti supplementari, davanti a uno stadio Azteca trepidante.
Dopo il ritiro, Schnellinger ha vissuto a Milano, dove si è spento il 20 maggio 2024. Lo stesso giorno in cui nel 1973 il Verona sconfisse il Milan. Lascia la moglie Ursula e le tre figlie Birgit, Daniela e Catrin.