Antonio Schillaci, detto Totò, è stato un ex calciatore, attaccante di Juventus ed Inter. Il suo nome è e sarà sempre legato ai mondiali di Italia ’90, quando riuscì a portare la nazionale azzurra, condotta da Azeglio Vicini, fino alla semifinale, poi persa contro l’Argentina. Era da tempo malato di tumore al colon, malattia che aveva affrontato con grande forza. Si era sposato due volte, la prima con Rita Bonaccorso, la seconda con Barbara Lombardi. Lascia tre figli, Jessica, infermiera a Verona, Mattia studente di odontoiatria in Portogallo e Nicole, studentessa dell’artistico a Chiasso.
Antonio Schillaci nasce a Palermo, nel popolare quartiere del Cep, il primo dicembre del 1964, sotto il segno del Sagittario. Si mette in luce però a Messina, grazie alla presenza di due tecnici di valore come Franco Scoglio e Zdeněk Zeman. Proprio il tecnico boemo lo fa esordire in serie in B. Nella stagione 88-89 segna 23 gol e successivamente passa alla Juve. All’ombra della Mole, Totò segna meno, 15 gol, ma sono gol pesanti che portano la squadra bianconera, allenata dal mito Dino Zoff, a vincere Coppa Italia e Coppa Uefa. Vicini lo convoca così per Italia ’90.
La sua è una favola in piena regola. Arriva in punta di piedi come riserva di Andrea Carnevale, centravanti del Napoli, poi passato alla Roma. Ma quando entra in campo per la prima volta, nel match contro l’Austria, segna subito, sbloccando un match stregato con un colpo di testa su cross di Gianluca Vialli.
Da quel momento segnerà pure alla Cecoslovacchia, all’Uruguay, all’Irlanda e all’Argentina in semifinale. Dove gli azzurri si fermano per mano di Maradona. Dopo Italia ’90 la carriera di Schillaci subisce una flessione che neanche il passaggio all’Inter fa risalire. A influire anche la crisi matrimoniale con Rita Bonaccorso, acuita da pettegolezzi riguardanti una sua storia (poi verificata) con il calciatore del Milan Gianluigi Lentini. Si trasferisce allora in Giappone, nello Jubilo Iwata, la squadra della Yamaha, nel 1994.
Dopo l’addio al calcio, Totò Schillaci si concede qualche passaggio in TV all’Isola dei Famosi, a Quelli che il calcio e, nel 2023, a Pechino Express con la seconda moglie Barbara.
Nel 2022 Schillaci scopre di essere malato di cancro al colon, malattia che torna con una recidiva qualche settimana fa, prima del nuovo ricovero e del decesso, avvenuto stamattina all’ospedale Civico di Palermo.
Schillaci, curiosamente, era presente alla clinica La Maddalena, quando il boss Matteo Messina Denaro è stato catturato, il 16 gennaio 2023. E raccontò:
“Sembrava un manicomio, il far west. Ho visto arrivare tutti i carabinieri mascherati, incappucciati, che ci hanno bloccati tutti. Stavo fumando una sigaretta, quando ho visto arrivare tutti improvvisamente, mascherati con il passamontagna. Non sono riuscito a vedere molto perché ci hanno detto di rimanere fermi dov’eravamo“.
Quanto alla malattia, Schillaci ne ha sempre parlato con grande fermezza. Ringraziando la moglie Barbara, come raccontato al Corriere della Sera:
“È stata il mio medico personale, in tutto. Mi è stata sempre vicino: non volevo uscire, ero depresso, ho sofferto, ho avuto dolori. Lei c’era, mi ha preso per i capelli e mi ha detto di riprendermi la mia vita. È stata una guerriera, mi ha tenuto in piedi“.