Il termine Fight of the Century (in italiano “La battaglia del secolo”) è il soprannome attribuito al match di pugilato tra Muhammad Ali e Joe Frazier, disputato l’8 marzo 1971 al Madison Square Garden di New York. Fu il primo incontro tra i due pugili, seguito da altri due scontri (entrambi vinti da Ali) che alimentarono la famosa “Rivalità Ali-Frazier”. Per la prima volta nella storia, due atleti imbattuti si sfidarono con in palio il titolo mondiale dei pesi massimi. L’incontro si concluse con la vittoria di Frazier ai punti al 15º round per decisione unanime.
Nel 1971, sia Ali che Frazier avevano pieno diritto di contendersi il titolo di campione mondiale indiscusso dei pesi massimi. Ali aveva ottenuto la cintura sconfiggendo Sonny Liston a Miami Beach, in Florida, nel 1964, difendendola con successo fino a quando non gli fu revocata d’ufficio nel 1967 per essersi rifiutato di prestare servizio militare. Nel frattempo, con Ali fuori dai giochi, l’imbattuto Frazier aveva conquistato due titoli da campione battendo per KO Buster Mathis e Jimmy Ellis. Alcuni esperti di pugilato consideravano Frazier superiore ad Ali, alimentando così una grande attesa per l’incontro che avrebbe finalmente decretato chi fosse il più forte tra i due.

L’evento assunse anche ulteriori significati oltre l’ambito sportivo per molti americani, poiché Ali era considerato un simbolo della sinistra anti-establishment durante il suo allontanamento forzato dal ring, mentre Frazier era stato sostenuto dai conservatori di destra favorevoli alla guerra in Vietnam. Secondo il documentario Thriller in Manila del 2009, l’incontro sconvolse l’intera nazione.
Ancora prima che il gong risuonasse, perfino la conferenza stampa era già entrata nella storia. Cinquant’anni fa, al Madison Square Garden di New York, era in palio il titolo mondiale dei pesi massimi, e tra Joe Frazier e Muhammad Ali gli animi si accesero rapidamente: “Sei solo un pagliaccio”, attaccò uno, “Traditore degli afroamericani”, ribatté l’altro. Entrambi erano consapevoli di rappresentare, ciascuno a modo suo, le profonde divisioni della vecchia America. Cresciuto a pane e razzismo, Frazier incarnava il combattente del Sud, rispettato e temuto; Ali, invece, rimaneva “The Greatest”, nonostante la sua lotta per i diritti civili gli fosse costata la revoca della licenza sportiva e tre anni lontano dal ring.
Se i discorsi iniziali del match non erano altro che un elemento sapientemente orchestrato dello spettacolo, una volta indossati i guantoni i due pugili fecero sul serio, dando vita a uno degli incontri più duri nella storia della boxe. Era il 1971, Frazier, campione in carica, si era conquistato il titolo collezionando vittorie per knock out, mentre Alì era appena tornato in libertà dopo essere stato incarcerato per aver rifiutato di combattere in Vietnam. L’America, inevitabilmente, si divise tra i due contendenti. Round dopo round, sembrava che dai colpi devastanti di Joe Frazier uscisse letteralmente fumo, finché, al quindicesimo round, mise al tappeto il rivale con un potente gancio sinistro. Nonostante il durissimo colpo subito, Alì cercò immediatamente di rialzarsi, ma alla fine fu Frazier a prevalere ai punti, mantenendo il titolo di campione.

Dopo quella memorabile “Fight of the Century”, si affronteranno nuovamente nel 1974 e ancora una volta nel 1975, quando Muhammad Ali riuscirà finalmente ad avere la sua rivalsa. Due pugili straordinari, impossibili da controllare, capaci persino di togliersi la giacca davanti alle telecamere per chiarire i loro conti in sospeso direttamente in TV. Gli spettatori a casa sembravano convinti, ma in realtà i due continuavano a mettere in scena una rivalità e una competizione fatta di sfide e provocazioni che ha segnato mezzo secolo di storia del pugilato.
Quando Frazier morì, Ali, ormai consumato dal Parkinson, trovò la forza per partecipare al suo funerale. E questa volta all’America non restava altro che commuoversi.