Daniele De Rossi, ex calciatore e da oggi ex tecnico della Roma, è da sempre soprannominato Capitan Futuro. Un nickname legato allo storico capitano e simbolo della squadra giallorossa, Francesco Totti. Di cui in qualche modo De Rossi è sempre stato considerato l’erede oltre che il vice. Da qui, l’appellativo di capitano del futuro. Che tuttavia non gli piacque mai troppo. In un’intervista a Sky spiegò:
“Capitan Futuro? Un soprannome che non mi ha mai fatto impazzire dalla prima volta che l’ho sentito. Ormai lo senti anche per strada. Lo mettiamo da parte, è un orgoglio essere il vice capitano della Roma. Hai Totti davanti, sai che puoi essere qualcosa in meno. Pensare che subentrerò a lui quando non ci sarà più non è una cosa piacevole. Per me, per lui e soprattutto per i romanisti. Non è una cosa che vivo con ansia. Nessuno farà la festa dicendo ‘Evviva, De Rossi è diventato il capitano’.
Saranno tutto abbastanza dispiaciuti perché la storia, il giocatore più forte della storia della Roma, smetterà di giocare. Non ho questa ansia. Mi vedo riconosciuto dai miei compagni come un giocatore importante come un loro amico, una persona per bene. Anche i tifosi mi vedono come un simbolo di questa squadra e non c’è bisogno di avere una fascia al braccio per essere più felice“.
La consacrazione però arrivò a coronamento della sua lunga militanza nella formazione capitolina, dal 2001 al 2019. Per la precisione, il 15 marzo 2006 in Coppa UEFA contro il Middlesbrough, De Rossi indossò per la prima volta la fascia da capitano. Ad allenare la squadra, quel Luciano Spalletti che con Totti fu ai ferri corti.
Dopo Totti, De Rossi è il giocatore con il secondo maggior numero di presenze ufficiali di sempre. L’addio alla Roma si consuma il 26 maggio 2019. Poi il passaggio agli argentini del Boca Juniors e, infine, il ritiro.