Il Quirinale ha aperto le sue porte per celebrare uno dei momenti più luminosi dello sport italiano. Le Nazionali di pallavolo maschile e femminile, fresche dei titoli mondiali conquistati nelle scorse settimane, sono state ricevute dal Presidente della Repubblica Sergio Mattarella in una cerimonia carica di emozione e significato. A guidare le delegazioni, il presidente del Coni Luciano Buonfiglio e il numero uno della Federvolley Giuseppe Manfredi, insieme ai commissari tecnici Julio Velasco e Ferdinando De Giorgi.
A un anno dall’incontro post olimpico, i campioni del mondo hanno potuto condividere con il Capo dello Stato la gioia di questi straordinari successi. Mattarella, che ha seguito con passione entrambi i tornei iridati, ha voluto sottolineare il valore profondo che va oltre il risultato sportivo: “I sacrifici, le difficoltà, le rinunce, la pressione che si avverte, gli affetti personali a distanza rappresentano un prezzo che si paga e un sacrificio alto. Naturalmente il tutto viene affiancato dalla passione, è questa la base dei successi”.
Il Presidente ha poi evidenziato un aspetto spesso trascurato delle vittorie sportive: l’impatto sulle nuove generazioni. “C’è un’altra ricompensa ai sacrifici e agli impegni che svolgete: quella di avere spinto, sollecitato, esortato e incoraggiato tante bambine e tanti bambini, tante ragazze e tanti ragazzi, a dedicarsi alla pallavolo o comunque a uno sport. Questo è un contributo grande per la vita del nostro Paese e per i nostri giovani”, ha dichiarato Mattarella, ricevendo in dono le medaglie d’oro conquistate dalle due Nazionali.
Particolarmente toccante è stato il richiamo all’intervento che Julio Velasco aveva fatto durante l’inaugurazione del nuovo anno scolastico, quando il commissario tecnico delle azzurre aveva preso le difese dei giovani contro le critiche generazionali. “L’ho applaudito molto, con molto calore e convinzione”, ha ricordato il Capo dello Stato, “perché sono convinto che stia crescendo e stia venendo su una straordinaria e positiva generazione giovanile. Questo incoraggiamento ai giovani si avvale anche del vostro esempio, del vostro trascinamento e nella dimostrazione che si possono avere dei sogni”.
Velasco ha colto l’occasione per approfondire un tema di grande attualità in un momento storico segnato dalle divisioni. “Lo sport può difendere una cultura democratica e convivere con la diversità“, ha spiegato il tecnico argentino naturalizzato italiano. “Ci sono molte culture diverse in questa squadra, a cominciare da me che nell’83 sono arrivato qui e mi sono innamorato dell’Italia. Uno dei miei assistenti viene dall’Argentina, figlio di immigrati calabresi, ed ora è tornato. Ci sono ragazze che hanno origini della Nigeria, dalla Costa d’Avorio, dalla Germania, dalla Russia, questa è la nuova società, in Italia e in Europa, e non devono giustificarsi. Hanno difeso tutti insieme la bandiera italiana”.
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La cerimonia ha visto l’assenza di alcuni atleti impegnati con i club: Simone Giannelli e Roberto Russo di Perugia, Yuri Romanò volato in Siberia, Miriam Sylla e Alessia Orro trasferitesi a Istanbul. Presente invece Daniele Lavia, lo schiacciatore che aveva dovuto rinunciare al Mondiale poche settimane prima della partenza per le Filippine a causa di un grave infortunio alla mano, testimonianza di quanto questi successi appartengano all’intera famiglia azzurra.
La capitana della Nazionale femminile, Anna Danesi, ha voluto lanciare un messaggio diretto alle ragazze che sognano di seguire le loro orme. Dopo aver ringraziato le compagne, lo staff e la Federvolley, ha condiviso un dato significativo: “Oggi contiamo 281.349 atlete tesserate: un numero straordinario, che testimonia una passione in crescita e ci fa gridare con convinzione che il futuro della pallavolo femminile italiana non può che essere fantastico”.
Il suo appello alle giovani generazioni ha toccato un tema cruciale: il rapporto tra sport e studio. “A queste bambine e queste ragazze che sognano di arrivare fin qui, voglio dire una cosa semplicissima: fate sport. Fatelo a scuola e nel tempo libero, di giorno, di sera e se necessario anche di notte. Non ascoltate chi dice che lo sport è nemico dello studio. Perché lo sport allena la concentrazione, rafforza il corpo e la mente, e vi darà quella determinazione che vi aiuterà anche tra i banchi. Abbiamo tanti esempi di campionesse e campioni del volley che sono riusciti a completare con successo il loro percorso scolastico, senza mai dover scegliere tra un sogno e l’istruzione”.
La celebrazione al Quirinale rappresenta non solo il riconoscimento di due straordinari successi sportivi, ma anche la conferma di come lo sport possa essere strumento di crescita collettiva, integrazione e costruzione di una società più coesa. Le parole di Velasco sulla diversità come valore vincente e l’appello di Danesi alle giovani atlete dimostrano che dietro le medaglie d’oro c’è un progetto che va ben oltre il campo da gioco, un modello di convivenza e rispetto che può ispirare l’intera società italiana.