Il calcio come speranza di rinascita. Nelle scorse ore la Federcalcio Palestinese ha diffuso sui suoi canali social la lista dei convocati ufficiali per le prossime qualificazioni ai mondiali del 2026 (in Canada, USA e Messico). Il filmato è diventato subito virale per la potenza delle sue immagini. Si vede un ragazzino, con la maglia della selezione e un pallone, che da una spiaggia di Gaza si muove per una città in macerie. Mentre si muove incontra persone che provano a riprendere le proprie vite. Tutto questo, mentre sparsi lungo il percorso ci sono le foto dei convocati che vengono delicatamente raccolte.
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Insomma, uno scenario completamente diverso da quello folle ideato dall’Intelligenza artificiale di Donald Trump per la sua Trump Gaza. In questo caso, lo sport rappresenta davvero un modo per ritornare se non proprio alla normalità a un’idea di normalità.
Vediamo le date. Il 20 marzo la Palestina giocherà in trasferta in Giordania, e il 25 marzo ospiterà l’Iraq. Quest’ultima gara si sarebbe dovuta giocare in Cisgiordania, ma per ragioni di sicurezza la squadra irachena ha ottenuto di farla disputare in campo neutro, sempre in Giordania.
La Palestina è sesta nel Gruppo B della terza fase di qualificazione AFC (Asian Football Confederation), con 3 punti, ottenuti con tre pareggi. Per la nazionale allenata da Ehab Abu Jazar, l’obiettivo è arrivare almeno quarta. In questo modo accederebbe alla fase successiva di qualificazione, raggiungendo un altro traguardo storico.
La Federcalcio palestinese nasce nel 1962. Fino a quel momento, dal 1948, era stata inglobata dalla Federcalcio israeliana (che appartiene all’UEFA, ovvero l’insieme delle nazionali europee). Il riconoscimento della FIFA arriverà soltanto nel 1998 per volontà di Sepp Blatter, dopo una visita a Rafah.