La formica di fuoco è nota per la sua puntura velenosa, che può causare diverse reazioni, da una sensazione di bruciore a rare reazioni di shock anafilattico negli umani sensibili al veleno, a causa del veleno che inietta tramite pungiglione, che per il 95% è composto da alcaloidi insolubili e da una soluzione acquosa di proteine tossiche. Nello specifico, per le Solenopsis Invicta, si parla di un veleno nel quale sono state riscontrate ben 46 proteine, quattro delle quali individuate come potenti allergeni. Il livello di dolore causato dalla loro puntura, nella scala di Justin O. Schmidt è 1 (e l’unità di misura stabilita dall’entomologo va da 1 a 4)
Del resto il veleno ha una grande importanza nella sopravvivenza delle formiche di fuoco, perché viene utilizzato per cacciare le prede, per difendere il nido e anche come antimicrobico. La componente primaria del veleno di queste formiche recentemente individuate in Sicilia è la solenopsina, un alcaloide lipofilo che ha proprietà citotossiche, emolitiche, necrotiche, insetticide, antibatteriche, antimicotiche e addirittura anti-HIV. Questi componenti sono i responsabili del forte prurito che causa il veleno ma anche la causa delle pustole che si formano nelle aree in cui la formica ha morsicato. Le formiche di fuoco possono iniettare differenti dosi di veleno a seconda del fatto che siano giovani o anziane.
Negli USA, su un campione di 40 milioni di persone che vive in aree infestate da formiche di fuoco, 14 milioni di persone vengono punte ogni anno. Tra questi, un quarto di loro sviluppa ipersensibilità al veleno e circa 6000 individui vengono soccorsi per shock anafilattico.
Le reazioni alla puntura di formiche del fuoco possono essere molto diverse. Si va da un bruciore intenso, seguito da arrossamenti nella zona morsicata dall’insetto. Nel giro di venti minuti il veleno può causare anche dei gonfiori localizzati, pustole o orticaria. Nel giro di qualche ora o alcuni giorni si possono formare anche delle vescicole (sterili) piene di liquido bianco. Le suddette pustole si asciugano nel giro di qualche settimana, ma possono lasciare cicatrici che scompaiono nel giro di qualche mese oppure lasciano segni permanenti. Reazioni da shock anafilattico sono più rare, ma se non si interviene tempestivamente possono risultare fatali.
Come spiega Cleveland Clinic, la maggior parte dei pazienti punti da formiche del fuoco possono curarsi tranquillamente a casa con una terapia di antistaminici, farmaci da banco e creme cortisoniche e impacchi freddi. “Ma a volte le punture possono causare reazioni fatali”
L’American Academy of Allergy, Asthma e Immunology spiega come fa la formica del fuoco a pungere: morde con le mascelle e tenendosi ben salda alla vittima, inietta il suo pungiglione, posizionato sul retro, poi lo sfila, e punge di nuovo. Una singola formica può pungere più volte in un istante.