Inquisitor Ghost, il cui vero nome era Vincent Plicchi, è nato nel 2000 a Bologna, ed è il cosplayer italiano di Call of Duty, morto suicida nella notte tra il 9 e il 10 ottobre 2023 a soli 23 anni, in seguito alle accuse pesanti di pedofilia e atteggiamenti inappropriati nei confronti di una ragazza minorenne. Nella vita quotidiana lavorava come tatuatore, mentre nella comunità di TikTok Plicchi era conosciuto come @inquisitore3 e vantava oltre 200.000 follower grazie ad alcuni suoi video e all’interpretazione di Ghost. Il padre di Vincent è Matteo Plicchi, un imprenditore. Il ragazzo è cresciuto con lui, perché sua madre se n’è andata quando aveva due anni.
La grande popolarità di Vincent, non gli ha certo garantito la tranquillità. Attorno alla sua figura, infatti, sono iniziate a piovere delle accuse piuttosto importanti. La più grave di tutte sicuramente quella di pedofilia. Tutto sembra essere iniziato a settembre 2023. In questo periodo, infatti, viene pubblicata la chat tra Inquisitor Ghost e “AJ”. Dietro questo nick sembra si nasconda l’identità di una ragazza di 17 anni, quindi di solo sei anni più giovane di Vincent, che, probabilmente, è stata sua editor per quanto riguarda i video. Le dichiarazioni fatte da Inquisitor nel dialogo, come “ti amo” e “voglio sposarti”, sono state interpretate come comportamento predatorio da parte di AJ. Secondo un’altra versione, più inquietante, a quanto riferisce CorriereNerd, la ragazza avrebbe riferito al suo fidanzato di essere oggetto di attenzioni da parte di Vincent e da quel momento il giovane sarebbe stato assediato da insulti e accuse. il pubblico si è diviso tra chi difendeva Vincent e chi invece gli dava dello stupratore.
Dopo questo le critiche intorno al ragazzo si sono fatte sempre più insistenti e la storia è diventata praticamente virale sul web. La situazione, dunque, diventa insostenibile dal punto di vista psicologico per Vincent. A causa di questo decide di togliersi la vita praticamente durante una diretta su TikTok. Da quanto si è visto dalle immagini il ragazzo ha disattivato i commenti e si è sistemato in una stanza vuota con una finestra, dove si sarebbe impiccato. A quel punto sembra che in molti partecipanti alla diretti si siano resi conto che stava accadendo qualche cosa di strano e pericoloso. Gli operatori del 118, allertati dai numerosi follower, sono arrivati per tentare la rianimazione ma tutto è stato inutile. Come scrive Il Resto del Carlino, anche il padre del ragazzo sarebbe sopraggiunto sul luogo del suicidio, allertato da alcune persone.
Il padre di Vincent, intervistato da Repubblica, lo descrive come “Un ragazzo meraviglioso. Era creativo, amava disegnare e costruire i costumi dei suoi personaggi. Un artista vero. Nei prossimi giorni doveva andare a una fiera per tatuatori. Ora il suo stand resterà vuoto, ma con i suoi amici vogliamo metterci dei fiori e lanciare un fund raising per un’associazione contro il cyberbullismo. Vincent è morto di questo”
Matteo Plicchi ha spiegato che era a conoscenza delle accuse di pedofilia rivolte a suo figlio, gliene aveva parlato lui quando si era accorto che qualcosa non andava, però probabilmente non si aspettava un epilogo del genere. “Mi è venuto qualche sospetto quando per un periodo ha chiuso i profili social. Aveva smesso anche di aggiornare quello del suo lavoro nel negozio di tatuaggi. A quel punto gli chiesto il perché, e lui mi ha raccontato delle accuse di pedofilia”. Per il resto nessun segnale che facesse presagire un gesto così estremo: “Abitiamo sullo stesso pianerottolo: sarei intervenuto. Pensi che venerdì e sabato li ha trascorsi con una ragazza che frequentava da qualche tempo ed era sorridente come sempre”
Daniele Benfenati, l’avvocato che rappresenta il padre di Vincent Plicchi, spiega che è certo che nei confronti del ragazzo era stato orchestrato un piano terribile: “Era un ragazzo dolcissimo, molto sensibile, finito al centro di una vicenda orchestrata per fargli male. Ci sono confessioni postate online, che dimostrano come sia stato pianificato tutto. Che vanno analizzate e indagate”