Era un bravo ragazzo: una frase in apparenza comune, ma divenuta all’improvviso virale, dopo che Elena Cecchettin, sabato 1ovembre 2023, l’ha condivisa sui social per ricordare la sorella Giulia, ritrovata uccisa in Friuli quello stesso giorno; la frase era stata usata per la prima volta, con la stessa accezione, poche ore prima, dalla scrittrice e attivista femminista Valeria Fonte, che in un’intervista a Repubblica, ne ha spiegato il significato
“Deriva dalla narrazione di questa vicenda da parte dei media, che hanno descritto Turetta appunto come un bravo ragazzo, innocuo, che studiava ingegneria e preparava a Giulia i biscotti. L’amava, si è detto, era gentile e riservato. Appunto, un bravo ragazzo. Sono contenta che sia diventata virale, non tanto perché l’ho scritta io ma per Elena”
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Un tentativo per sensibilizzare maggiormente l’opinione pubblica su questi temi cruciali? “Tutte le donne adesso forse dicono: “Ok, la violenza non è solo un problema di cattivi ragazzi ma anche di quelli bravi”. È così, è trasversale , perché culturalmente tutti siamo immersi nella mascolinità tossica. Credo che ci sarà un prima e un dopo questa vicenda, che porterà a un momento di sveglia sociale“.
Porre l’accento sul problema, però, secondo Fonte, non basta: bisogna fare qualcosa per eradicarlo: “Andiamo nelle scuole, non con due orette settimanali di educazione sentimentale o affettiva, come dice il governo ma con almeno 4 o 5. Bisogna agire lì perché nelle famiglie non si riesce ad intervenire. In questo modo nel giro di due generazioni risolveremmo il problema. E intercettiamo i violenti ricordando loro che possono chiedere aiuto. Sono persone che hanno una dipendenza dal potere, come fosse una droga”.
Fonte, in un recente editoriale per Vanity Fair, che contiene al suo interno anche l’intervista a Michele, condannato a 12 anni per l’uccisione della compagna, avvenuto nel 2005, ha espresso in maniera ancor più sintetica i concetti che stanno alla base del suo pensiero: “Le donne sono mostri, in qualche modo; capaci di una potenza esistenziale, decisionale e sessuale che, come ogni mostruosità, va messa in gabbia.
Gli uomini, invece, mostri non lo sono per niente. Non c’è niente di più ordinario di un uomo violento. Nessuno nasce cattivo, nemmeno un femminicida. Nessuno nasce maschilista, nemmeno un femminicida. Nessuno nasce con l’intenzione di ucciderci, nemmeno un femminicida. Non è genetica. È cultura. La misoginia degli uomini è puro terrore di risultare superflui, non più indispensabili alle donne.”
Nei giorni immediatamente successivi al ritrovamento del corpo di Giulia Cecchettin, è diventata virale anche una poesia dell’attivista Cristina Torres Caceres che si intitola Se domani sono io. “Se domani sono io, mamma, se domani non torno, distruggi tutto. Se domani tocca a me, voglio essere l’ultima”