Askatasuna è un nome che, in lingua basca, significa libertà. La sua etimologia, però, va oltre perché ha la medesima radice del verbo scaturire, che letteralmente è sfuggire dalle mani, rinascere a nuova vita dopo una prigionia o un periodo di cattività. Askatasuna è il nome del centro sociale nato nel 1996 a Torino nonché teatro di numerosi eventi culturali e politici, dovuti alla militanza dei suoi occupanti.
In realtà, però, Askatasuna reca in sé un significato anche abbastanza oscuro e cupo. Il nome, infatti, potrebbe sottolineare la vicinanza del gruppo all’organizzazione armata basca Euskadi Ta Askatasuna, ovvero l’ETA, un’organizzazione armata terroristica basco-nazionalista indipendentista con una fazione marxista-leninista, sciolta nel 2018, il cui scopo era l’indipendenza del popolo basco.
L’ETA è stata responsabile dell’uccisione di oltre 800 persone, e considerata un’organizzazione terroristica da diversi Stati, tra cui la Spagna, la Francia e gli Stati Uniti d’America, oltre che dall’Unione Europea. Negli ultimi giorni, il centro sociale Askatasuna è finito al centro dell’attenzione mediatica per dei fatti avvenuti il primo maggio 2022.
La Digos della Questura di Torino ha, infatti, notificato 12 misure cautelari, obblighi di dimora e fogli di via. Come riportato da Ansa, gli attivisti sono accusati di resistenza e lesioni a pubblico ufficiale e lancio di oggetti in relazione agli scontri scoppiati durante il corteo del Primo maggio 2022 nel capoluogo piemontese. Proprio in questi giorni il sindaco del capoluogo piemontese, Stefano Lo Russo, ha presentato un progetto di cogestione, approvato da una delibera di giunta, che porterà di fatto alla legalizzazione di Askatasuna.