I termini cacicchi e capibastone, utilizzati dal leader del Movimento 5 Stelle Giuseppe Conte, si riferiscono a una gestione politica non limpida all’interno del Partito Democratico. Cacicco, infatti, è una parola di origine spagnola, originariamente legata alle antiche tribù indigente dell’America, che significa capo. Col tempo ha assunto un significato dispregiativo, alludendo a un sistema politico caratterizzato dal dominio dei leader locali. Capobastone, invece, nel linguaggio della ‘ndrangheta, la malavita calabrese, è il responsabile della famiglia mafiosa.
Dopo la rottura tra M5S e PD, a pochi giorni di distanza dalle primarie per scegliere il candidato di centrosinistra alla poltrona di sindaco di Bari, che si sarebbero dovute svolgere il 7 aprile, Conte dunque ha rincarato la dose. E in un’intervista televisiva ad Accordi & Disaccordi, sul Nove, ha detto di essere disposto a continuare a mantenere fede al patto fra i partiti, solo se Elly Schlein si libererà effettivamente di “capibastone e cacicchi”, come lei stessa disse all’indomani della sua nomina a Segretaria del Partito Democratico, nel marzo del 2023.
Lo strappo politico si è consumato dopo l’ufficializzazione dell’indagine della Direzione Distrettuale Antimafia sul voto di scambio a Bari, che ha portato alle dimissioni dell’assessora ai Trasporti, Anita Maurodinoia. Per Conte non sussistevano più le condizioni per partecipare insieme al PD alle primarie in vista delle comunali dell’8 e 9 giugno prossimi. Non ci sarà dunque alcun candidato sindaco espressione dell’alleanza 5 Stelle e Partito Democratico. Allo stesso modo, il fronte si è rotto per le regionali in Piemonte. Qui il M5S candiderà in solitaria Sarah Disabato.