Chick lit, termine slang americano che significa letteratura per pollastrelle, è un genere letterario nato negli anni ’90 che raccoglie storie per lo più dedicate a giovani donne in carriera. Una sorta di evoluzione del romanzo rosa, con un elemento sentimentale meno prevalente, sostituito da un’ironia di fondo. Tra le caratteristiche principali del genere c’è una protagonista single, il più delle volte esilarante. Vive in una metropoli brulicante (in genere Londra o New York) e lavora in ambiti molto difficili e affascinanti come editoria, pubblicità o moda. Ha la battuta sempre pronta ed è sostenuta da un gruppo di amiche o amici con cui dissezionare in maniera meticolosa ogni delusione amorosa.
Nel 1995 il mondo conosce Bridget Jones, protagonista di Il diario di Bridget Jones di Helen Fielding. Una figura femminile così azzeccata da guadagnare una trilogia di film (e un quarto in arrivo di cui vi abbiamo parlato qui). Cinque anni dopo arriva Becky Bloomwood di Sophie Kinsella. Entrambe incarnano alla perfezione l’eroina chick lit. Tutt’e due sono a caccia del grande amore (che troveranno non senza difficoltà), abitano in un appartamento piccolo ma grazioso e sono vessate dai loro capi.
Se Bridget dedica la sua vita al buon cibo, al sesso, nella paura di essere divorata dai cani alsaziani, Becky prova un’insana passione per lo shopping. Non è un caso che la sua epopea narrativa si intitoli I love shopping (anch’esso diventato film con Isla Fisher, dal finale conciliante). E comprenda I love shopping a New York e I love shopping a New York for the baby.
Altra eroina del chick lit è naturalmente Carrie Bradshaw, protagonista del romanzo di Candace Bushnell, Sex and the city del 1996. Importante per il genere, ma mai quanto l’iconica e omonima serie della HBO. Una vera Bibbia per le donne single degli anni ’90, godibile ancora oggi, in virtù di una certa capacità di delineare le difficoltà dei rapporti sentimentali, ma un po’ agée. Anche se le ragazzine lo divorano su Netflix e lo vedono assieme alle loro mamme.
Come la grande letteratura dell’800, Il diario di Bridget Jones e Sex and the city videro la luce a puntate sui quotidiani. Daily Telegraph e New York Observer, per la precisione. Elemento questo che ben sottolinea quanto queste autrici siano debitrici di modelli altissimi come Jane Austen e Anita Loos. Se questo nome non vi dice niente, è invece l’ideatrice di un libro cult come Gli uomini preferiscono le bionde, pubblicato nel 1925. E portato al successo da Marilyn Monroe nel film del 1953.
Nel grande mare della letteratura chick lit non possiamo non annoverare Lauren Weisberger col suo Il diavolo vestre Prada. In Italia la regina assoluta della chick lit è Federica Bosco con i suoi 24 romanzi spassosi e molto sentimentali.