C’è chi ricorda Starsky e Hutch per la loro simpatia, chi lo fa per il funk favoloso della sigla di questo telefilm di culto degli anni ’70. Ma nessuno ha mai dimenticato la Ford Gran Torino rossa su cui i due agenti scorrazzano felici. Anzi, era tutti gli effetti una vera protagonista, quasi quando David Soul e Paul Michael Glaser. Ma qual è la sua storia e dove si trova adesso il pomodoro a strisce?
In origine, i produttori della serie desideravano un modello diverso, meno chiassoso e più classico. Tipo una Chevrolet Camaro cabrio, verde e bianca (la stessa dello sceneggiatore). Il caso volle che Chevrolet non avesse sufficienti modelli da destinare alla serie, così Aaron Spelling chiese aiuto alla Ford. Intelligentemente, la casa di Deaborn puntò su un modello sportivo caduto un po’ nel dimenticatoio, giusto per rendere più intrigante tutto. La scelta cadde sulla Ford Gran Torino, versione rinnovata e più di classe della precedente Ford Torino che non aveva colpito troppo le fantasie degli americani. Era la più classica delle win win situation.
Spelling risparmiò un sacco di soldi chiedendo una macchina un po’ “sfigata”, Ford ottenne pubblicità per un modello “sfortunato”. Fu così che due Gran Torino del 1975, con motore V8 Windsor, colore “Bright red” finirono in TV. Unica concessione alla follia, la striscia bianca sulla fiancata che il regista pretese per rendere più originali i modelli. Fu George Grenier a dare la pennellata giusta. Tra i vari aggiustamenti, il posteriore fu rialzato per aggiungere cerchioni più massicci. Leggenda vuole che Glaser la odiasse e che in più di un’occasione abbia cercato di danneggiarla. Allo stesso modo, Soul detestava i sedili in vinile, oggettivamente scivolosi e poco adatti per gli inseguimenti. Ma tant’è, la Ford Gran Torino rossa divenne un vero mito.
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Sull’onda del successo della serie televisiva, la Ford creò nel 1976 un’edizione limitata in mille esemplari della Gran Torino ‘Zebra 3’ con la livrea della serie e motori V8 da 152, 180 e 202 cv. Una vera manna per i collezionisti (e i patiti della serie che negli USA chiuse i battenti il 15 maggio del 1979). Quelle originali della serie furono invece vendute all’asta a un abitante di Ventura, in California. Che le smerciò in vario modo. La prima a un abitante di Ojai che la girò dopo un solo anno a un ufficiale dell’aeronautica, che la tenne per ben 17 anni.
Le altre invece finirono in vari musei dell’auto o in varie collezioni private. Una anche in Italia. A Rimini per la precisione, tra le mani del collezionista Mirco Moretti che l’ha acquistata da un poliziotto di Houston. E successivamente rivenduta. Anche perché, un gioiello del genere è destinato ad aumentare di valore. Si parla di migliaia di euro. Se vi sembrano troppi, potete sempre puntare sulle decine di modellini in scala che potete trovare online.