Antonio Conte, neo allenatore del Napoli, non ha mai portato il parrucchino. Ha curato la calvizie grazie a un intervento chirurgico fatto a Toronto dal dottor Victor Hasson, lo stesso che ha restituito una chioma folta all’ex campione del Manchester United, Wayne Rooney. Dunque, tutte le prese in giro riguardanti il famigerato “gatto morto” in testa non erano altro che ironiche battute da social.
Conte non ha mai mostrato imbarazzo sulla questione, discutendo con serenità sia di quanto il problema della calvizie, insorto intorno ai 20 anni, lo abbia fatto stare male. Sia di tutte le terapie fatte per affrontarlo e risolverlo. In un episodio di Belve di Francesca Fagnani, l’ex CT azzurro e allenatore di Juventus e Inter ha detto sul parrucchino: “Mai avuto. Non mi piacevano e sono intervenuto, ma non ho mai avuto il parrucchino. Sono stato a Toronto per il trapianto e ho avuto la fortuna di trovare un medico che aveva curato un amico, era una cosa che non mi piaceva e abbiamo vinto anche là. Ci sono state figurine brutte. Ma era la realtà e andava accettata. Non mi sentivo bene con me stesso“.
Il medico in questione era il dottor Hasson che è riuscito dove altri professionisti italiani avevano fallito. Inizialmente, infatti, Conte si rivolse a un’equipe medica italiani di Ferrara, agli inizi degli anni 2000. Dopo i primi due interventi ha deciso di cambiare ancora, andando all’estero.
Intervistato dal Daily Telegraph, Hasson ha detto: “Ho lavorato su giocatori le cui vite sono cambiate. Devi avere una personalità abbastanza forte per ignorare e accettare la calvizie. Ci sono alcune persone che riescono a farlo, ma la maggior parte delle persone preferisce mantenere l’aspetto giovanile“.
Sempre secondo il quotidiano britannico, il problema calvizie è così sentito dagli uomini che la WADA, l’agenzia antidoping mondiale ha eliminato il finasteride, usato come trattamento contro l’alopecia androgenetica, dalla lista di sostanze proibite. Tra i suoi usi illeciti, infatti, rientrava la sua capacità di mascherare l’uso degli steroidi.
In realtà, la scelta della WADA non è una sorta di favore agli atleti che usavano la finasteride per la calvizie. Si tratta solo di una normale evoluzione delle tecnologie antidoping che permettono ora di aggirare i suoi effetti coprenti.