Danilo Bertazzi è attore e autore televisivo. Ha legato il suo nome al personaggio di Tonio Cartonio, una delle figure più amate del programma per bambini La Melevisione. Qualche giorno fa, inaugurando il suo canale TikTok, ha rivelato di aver lasciato lo show nel 2004 a causa delle sue condizioni di salute. Che lo hanno portato a recitare anche con le flebo nascoste sotto il costume.
Danilo Bertazzi nasce a Chivasso il 23 febbraio 1960 sotto il segno dei Pesci. Si diploma al Centro di Formazione Teatrale di Torino e sulle tavole del palcoscenico inizia la sua carriera. Districandosi tra opere classiche a quelle per bambini. In qualche modo le opere legate all’infanzia sono un filo rosso della sua vita professionale. Bertazzi infatti doppia Topo Gigio nel varietà di Rai 1 Il giro del mondo in 80 giorni. E nel 2005, sull’onda del successo della Melevisione, con Nuove Tribù Zulu recita nello spettacolo Fantastica, ispirato alle fiabe di Gianni Rodari.
Come detto, però è il ruolo del folletto del Fantabosco a dargli una grande notorietà. Bertazzi è nel programma dal 1999 al 2004. Poi, torna a partecipare dal 2011 al 2015 nei panni di Cuoco Danilo. Continua a lavorare come conduttore e attore in serial, come CentoVetrine, e film come Le stelle inquiete, diretto da Emanuela Piovano. Nel 2020 è nel cast dello show di Geppy Cucciari Che succ3de? su Rai 3, nei panni del “notaio”. E nell’aprile 2022 torna in televisione con Calzino, su Rai Yoyo.
Danilo Bertazzi ha rivelato di essere omosessuale nel 2019 e dal 2012 ha un compagno. Dal 2016 è diventato vegano. È celebre (e macabra) la bufala diventata virale subito dopo il primo allontanamento dalla Melevisione. Si diceva infatti che era morto di overdose e per questo sostituito.
@danilobertazzi Risposta a @Jenny Perché ho lasciato la Melevisione❓ #melevisione #toniocartonio #nostalgia #nostalgia90an #rai ♬ suono originale – Danilo Bertazzi
In realtà, le motivazioni che hanno portato all’allontanamento dal Fantabosco erano legate a motivi di salute. E anche alla volontà di non restare imprigionato nel personaggio. “Stavo perdendo il vero me: sul lavoro, a casa, in giro, tutti mi chiamavano Tonio, infatti Tonio stava prendendo il sopravvento. Quindi ho tentato di riprendere la mia vita». Da qui la decisione di lasciare, anche se «non avevo altre opzioni di lavoro. Per più di due anni non ho lavorato, e quindi l’ho pagata. Poi è uscita la bufala sulla mia morte e non è stato bello“.