Brad Pitt riuscì a scontentare molte persone per la sua interpretazione dello scalatore austriaco Heinrich Harrer in Sette anni in Tibet di Jean-Jacques Annaud del 1997. Motivo? Il suo accento tedesco risibile. Il film è liberamente tratto dal memoriale dell’alpinista che, negli anni della Seconda Guerra Mondiale, fu mandato dai nazisti a scalare le montagne dell’Himalaya. Visse da rifugiato in Tibet, dove divenne mentore di un giovanissimo Dalai Lama. Trasformando radicalmente il suo modo di pensare sprezzante.
Ebbene, il pessimo accento tedesco sfoggiato da Pitt nel film gli ha fatto guadagnare uno Stinker Bad Movie Award. La rivista Empire, inoltre, posizionò l’attore al terzo posto della top ten dei peggiori accenti mai ascoltati al cinema.
Nell’articolo si leggeva:
“Recitare con un accento straniero stuzzica la vanità di una star, perché dà loro l’opportunità di impersonare qualcuno di completamente diverso da sé stessi. E dimostrare di essere molto di più di un bel viso. Purtroppo, nella maggior parte dei casi, ottiene l’effetto opposto“.
Qualche spettatore all’epoca notò che a un certo punto Pitt smise di parlare con accento tedesco, probabilmente imbeccato da Annaud. Ma la frittata, come si dice, era già fatta.
Come se non bastasse, in un’intervista del 1998 il vero Heinrich Harrer disse scherzando che aver scelto Brad Pitt per interpretarlo è stata una scelta sbagliata. “Se devo essere sincero, a quell’età ero molto più bello di lui“.
Dulcis in fundo, Annaud e l’intero cast del film sono stati banditi per sempre dalla Cina.
Insomma, tutti scontenti.