Ci siamo oggi, giovedì 20 giugno alle 22.51 ci sarà il solstizio d’estate, che è il giorno con maggiori ore di luce nell’emisfero boreale. Inizia ufficialmente l’estate astronomica, nell’emisfero boreale, e l’inverno astronomico in quello australe. Associamo l’estate alle vacanze, ai bagni e alla fine della scuola, ma tutto ciò è possibile perché a livello astronomico l’emisfero boreale della Terra, dove noi ci troviamo, è più allungato verso il Sole. E durante il solstizio ciò si traduce in una maggiore “luminosità”. Da qui deriva l’idea di giorno più lungo.
Sapete che le stagioni derivano dall’inclinazione dell’asse terrestre di 23°27′? Dovete immaginare che il nostro pianeta compia un “giro su sé stesso”, attorno al suo asse, per l’appunto inclinato. Quando gira attorno al Sole, seguendo un piano immaginario, l’asse non è perpendicolare a quest’ultimo. Dunque, i raggi colpiscono il nostro pianeta in maniera diversa. Provocando così l’alternanza delle stagioni. Quindi, da noi ora è estate, mentre nell’emisfero australe c’è l’inverno. Non solo, questo spiega anche perché d’inverno il Sole ci appare più freddo e d’estate più caldo. Dipende dall’intensità con cui arrivano alla Terra, in base all’inclinazione del pianeta.
Oggi, dunque, i raggi solari sono alla massima inclinazione per la nostra porzione di pianeta. Se per ipotesi ci trovassimo lungo il Tropico del Cancro, il Sole sarebbe sulla nostra testa e i suoi raggi perpendicolari a questo parallelo.
Il Sole è più alto e resta a lungo in cielo. I punti in cui il Sole sorge e tramonta sono più vicini al nord. Al contrario, nell’emisfero australe, sono più vicini al sud. E ancora il Circolo Polare Artico è inondato di luce, al contrario del Circolo Polare Antartico. Se tagliamo la Terra in due all’altezza dell’Equatore, al di sopra il giorno dura più di 12 ore e al di sotto dura di meno.
Ricordate sempre che nel cielo le cose vanno diversamente rispetto alla vulgata da calendario, perciò il solstizio d’estate astronomico non dura tutto il giorno, ma solo un istante. Stesso discorso per gli equinozi di primavera e autunno. Sempre per lo stesso motivo, non cade sempre nello stesso giorno e nella stessa data. Questo perché la rotazione che compiamo attorno al Sole non è esattamente di 365 giorni, ma di 365 giorni e una manciata di ore. Lo scarto, che poi è quello che fa accumulare le ore che vanno a creare il giorno in più di febbraio e l’anno bisestile, impedisce al solstizio di avvenire sempre e costantemente nello stesso momento.