Il finale di Potere Assoluto è del tutto inaspettato. Il film finisce con il protagonista Luther Whitney (Clint Eastwood), un ladro di professione, racconta a Walter Sullivan (E.G. Marshall), miliardario e anziano filantropo, che sua moglie Christy è stata uccisa dal Presidente degli Stati Uniti d’America, Alan Richmond (Gene Hackman) e gli consegna il tagliarcarte con le prove per incastrarlo. Nel frattempo però Richmond ha deciso di suicidarsi. Luther si gode la vittoria, per essere stato scagionato visto che era il principale accusato, ed è felice che la figlia sia salva e si faccia corteggiare dal tenente Frank.
Whitney era stato testimone dell’omicidio di Christy visto che si era intrufolato in casa del miliardario Walter Sullivan per rubare i suoi averi all’interno della cassaforte. Durante il furto però si nasconde quando la donna arriva insieme a Richmond che è il suo amante. Il Presidente diventa improvvisamente violento e Christy lo ferisce con un tagliacarte. A quel punto Bill Burton e Tim Collin, dei Servizi Segreti, irrompono in casa e uccidono la donna temendo per la vita di Richmond.
Luther scappa con il tagliacarte, dimenticato ingenuamente sul luogo del delitto dagli assassini, e riesce a fuggire diventando uno scomodo testimone. Inizialmente Luther è anche il principale sospettato, ma Frank non crede che sia lui l’assassino. La figlia di Luther, Kate, interviene da avvocato che esercita la funzione di pubblico ministero per incastrare il padre fino a quando anche lei scopre l’amara verità.