Maria Rosaria Omaggio è stata un’attrice e scrittrice tra le più versatili del mondo dello spettacolo italiano. Ha legato il suo nome in particolare all’interpretazione di Oriana Fallaci in Walesa – L’uomo della speranza di Andrzej Wajda, presentato alla 70.ma Mostra del cinema di Venezia.
Per il ruolo si preparò in maniera scrupolosa, ottenendo da un cugino della Fallaci, una pelliccia di visone, una spilla e un registratore, solitamente usati dalla scrittrice. Ordinò anche le sigarette amate dall’autrice fiorentina.
Omaggio nasce a Roma, da famiglia napoletana, l’11 gennaio del 1957, sotto il segno del Capricorno. Il primo grande successo è nel ’74 con la partecipazione a Canzonissima con Loretta Goggi e Pippo Baudo. Ha solo 17 anni ma per ottenere il lavoro finge di averne 20.
Nel 1976 il debutto al cinema in un cult poliziottesco, Roma a mano armata di Umberto Lenzi, al fianco di Maurizio Merli e Tomas Milian. Nella sua lunga carriera al cinema ha l’opportunità di partecipare nel 2012 anche in To Rome with Love di Woody Allen.
Maria Rosaria Omaggio ha un solido curriculum anche in TV. Negli anni ’90 divenne cult la sua interpretazione della cattiva in Edera, soap di Canale 5 con Agnese Nano. L’ultima sua partecipazione nel film tv di Edoardo De Angelis, Sabato, domenica e lunedì, tratto da Eduardo.
Omaggio, che aveva studiato antropologia culturale con il professor Alfonso Maria Di Nola, ha anche scritto svariati libri dedicati alla sua passione per pietre e cristalli come L’energia trasparente – curarsi con cristalli o Il linguaggio dei Gioielli – il significato nascosto e ritrovato dell’eterna arte dell’ornamento dalla A alla Z. Ma amava scrivere anche di divinazione, alchimia e ufologia.
Per il suo impegno nel sociale è stata nominata Goodwill Ambassador Unicef. Omaggio è stata anche istruttrice di istruttrice di taiji quan, un’arte marziale cinese. Posò per 3 volte sulla copertine di Playboy.
Ha avuto un marito, Salvatore Vanacore, impresario dello spettacolo conosciuto a Canzonissima con il quale è stata 14 anni e tre compagni. Come ha ribadito in un’intervista rilasciata al Corriere della Sera il 6 giugno scorso, il rimpianto più grande è stato quello di non poter avere figli.
“Ho fatto di tutto per rimanere incinta – raccontava – incluso un intervento all’utero. A 25 anni persi la mamma. Mi restava Antonio, il mio fratello maggiore, medico, ma di recente se n’è andato per un linfoma. Oggi ho solo un nipote di 46 anni e il ruolo di “goodwill ambassador” per i bimbi dell’Unicef“.
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La sua morte, dopo una lunga malattia, è stata annunciata con un post su Instagram. “Cara Maria Rosaria ci hai lasciati. Hai iniziato il tuo nuovo viaggio verso la spiritualità che tanto amavi. Sei stata un’amica affettuosa, illuminante, presente. Donna bella e colta“, si legge tra i vari commenti.