Quattro matrimoni e un funerale di Mike Newell è una delle rom-com britanniche più amate di sempre. Il motivo principale è il modo in cui mescola sentimento, inconfondibile humour e anche un pizzico di malinconia. Come si evince dal titolo, la storia ruota attorno a quella di quattro cerimonie di nozze e una celebrazione funebre che arriva come un fulmine a ciel sereno e colpisce una delle coppie di protagonisti, quella formata da Matthew (John Hannah) e Gareth (Simon Callow).
Durante l’elogio funebre Matthew declama per il suo amato la struggente poesia del poeta omosessuale Wystan Hugh Auden, Funeral Blues, nota anche come Stop all the clocks (fermate gli orologi).
La storia di Funeral Blues
La poesia fu recitata la prima volta nel 1936, nella pièce The Ascent of F6 e aveva uno spirito più leggero. All’inizio, infatti, era sta scritta con intenti satirici per ironizzare sulla morte di un leader politico. Auden la riscrisse due anni dopo come canzone da cabaret per la cantante Hedli Anderson. In quel caso, sostituì gli ultimi due versi, per renderla comprensibile anche al di là dello spettacolo teatrale.
Entrambe le versioni furono musicate dal compositore Benjamin Britten. Quella del 1938 divenne appunto Funeral Blues, pubblicata nella raccolta del 1940, Another Time.
La poesia è una dichiarazione nei confronti di una persona amata che non c’è più. E ci dice come sia possibile capire l’immensità dell’amore provato, solo nell’assenza del nostro oggetto del desiderio.
A una prima parte più quotidiana e piccola, corrisponde una seconda dove compaiono termini di paragone più grandi, come il cielo e i punti cardinali. Fino alla straziante realizzazione di non poter vivere più insieme, poiché l’illusione di vivere per sempre è appunto un errore.
Secondo il New Yorker Funeral Blues divenne una sorta di inno durante i terribili anni dell’AIDS. Fu anche inscritta nella statua commemorativa del disastro dello Stadio Heysel.
Dopo la declamazione in Quattro matrimoni e un funerale è diventata una delle poesie moderne più popolari nel Regno Unito.
Funeral Blues
Fermate gli orologi,
tagliate i fili del telefono e regalate un osso al cane,
affinché non abbai.
Faccia silenzio il pianoforte,
tacciano i risonanti tamburi,
che avanzi la bara,
che vengano gli amici dolenti.
Lasciate che gli aerei volteggino nel cielo e scrivano l’odioso messaggio: lui è morto.
Guarnite di crespo il collo bianco dei piccioni
e fate che il vigile urbano indossi lunghi guanti neri.
Lui era il mio nord, era il mio sud,
era l’oriente e l’occidente,
i miei giorni di lavoro, i miei giorni di festa, era il mezzodì, la mezzanotte, la mia musica, le mie parole.
Credevo che l’amore potesse durare per sempre. Beh, era un’illusione.
Offuscate tutte le stelle, perché non le vuole più nessuno.
Buttate via la luna, tirate giù il sole, svuotate gli oceani e abbattete gli alberi.
Perché da questo momento niente servirà servirà più a niente.