Quando si parla di Assisi il riferimento immediato è sempre a San Francesco. La città, però, ha un’altra personalità importante nella figura di Chiara, disposta a rinunciare a tutti i suoi privilegi familiari per seguire la strada segnata dal “poverello” di Assisi.
I suoi genitori, Favarone di Offreduccio e Ortolana, appartengono alla ceto aristocratico-nobiliare. Nonostante questo, però, Chiara sente che la sua esistenza ha bisogno di trovare uno scopo. Per questo motivo, dunque, inizia a seguire Francesco nelle sue peregrinazioni, scappando dal controllo della famiglia. Da questo si evince l’immagine di una ragazza molto forte ed indipendente, capace di sostenere le sue idee e, per queste, andare anche contro i progetti della famiglia che la vedono sposa e madre, con un inevitabile matrimonio combinato.
Così, per seguire la propria strada, la giovane lascia la casa del padre la domenica delle Palme del 1211 o del 1212. Grazie, poi, all’aiuto dell’ amica Bona di Guelfuccio, arriva a Santa Maria della Porziuncola, dove abbandona gli abiti mondani per prendere la tonsura dalle mani di Francesco. Si tratta di un segno di penitenza e di volontà di cambiamento.
La fase della peregrinatio
In un primo momento Chiara inizia una fase sperimentale che può essere identificata come una sorta di peregrinatio. Questo vuol dire che passa dal monastero di San Paolo delle Abbadesse a quello di Sant’Angelo di Panzo. Tutto questo prima di trovare la sua collocazione a San Damiano, dove si unisce a lei anche la sorella Agnese. Insieme arrivano, con il tempo, anche un gruppo formato dalle sue compagne. Tra queste ci sono Pacifica, Agnese, Balvina e Benvenuta. Gasdia di Taccolo, però, viene ricordata come la “sorella” rifiutata. Questa, infatti, è inviata a San Domenico da Francesco ma Chiara decide di non accettarla perché non la considera adatta alla vita del convento. Per questo la rimanda indietro, dimostrando anche una sostanziale autonomia nei riguardi delle decisioni di San Francesco.
Il privilegio di povertà
Nel 1228 papa Gregorio IX attribuisce il privilegio di povertà che, probabilmente, è stato preceduto da quello di Innocenzo III. Nel 1247, poi, una bolla pontificia di Innocenzo IV permette alle donne il possesso e la proprietà dei beni, Chiara, però, firma la sua Regola. Questa viene approvata proprio dal papa nel 1252 e successivamente il 9 agosto del 1253. Qui è ribadito il privilegio e l’obbligo di povertà. La Regola di Chiara, dunque, è la prima ad essere stata redatta da una donna per altre donne. Al suo interno, poi, appare evidente l’amore per l’ideale pauperistico e quello dis tempo materno per le altre consorelle, rappresentate tutte da quel, “noi”, che ricorre continuamente.
Chiara, muore il l’11 agosto del 1253 e viene sepolta a San Giorgio. Qui, poi, sorgerà la basilica in suo onore . Due anni dopo, , il 25 settembre del 1255, viene fatta santa da papa Alessandro IV.