Maria Colombo è una delle più quotate studiose di matematica del mondo. Docente di Analisi Matematica alla Scuola politecnica federale di Losanna, cattedra ottenuta ad appena trent’anni, ha vinto a luglio il prestigioso EMS Prize. Ovvero il Premio della European Mathematical Society, assegnato anche a un’altra professoressa italiana, Cristiana De Filippis. Un riconoscimento, assegnato ogni quattro anni a studiose e studiosi di matematica di età inferiore a 36 anni, che si sono distinte e distinti per i loro contributi. In particolare, Colombo è stata premiata “Per i risultati rivoluzionari nella dinamica dei fluidi, nel trasporto ottimale e nella teoria cinetica, e per il suo impatto sull’analisi in senso più ampio“. Non solo. Si è aggiudicata anche un altro premio importante, la medaglia Stampacchia.
Colombo nasce a Luino, in provincia di Varese il 25 maggio 1989, sotto il segno dei Gemelli. La sua carriera accademica è da manuale. Consegue la maturità scientifica in quattro anni anziché cinque. Partecipa a diverse edizioni delle Olimpiadi internazionali della matematica (dove conquista un oro, un argento e un bronzo). Poi arriva alla Normale di Pisa. Dove si forma sotto la guida di Luigi Ambrosio e di Alessio Figalli, uno dei due italiani a essere premiato con la medaglia Fields. Prima come studentessa del corso ordinario della Scuola e del corso di laurea all’Università di Pisa e poi, tra il 2012 e il 2015, del Corso di Perfezionamento. Tre anni da ricercatore a tempo determinato e poi, il ruolo da professoressa ordinaria al Politecnico di Losanna, senza nemmeno passare da associato.
Maria Colombo è sposata con un altro matematico, Simone e ha quattro figli, Paolo, Caterina e Marta, rispettivamente di 6, 4 e 2 anni. E Giuseppe, nato l’11 luglio, motivo per cui non le è stato possibile raggiungere Siviglia per prendere l’EMS.
In un’intervista al Corriere della Sera ha dichiarato che essere madre non è mai stato un peso per il suo lavoro, ma che ha comunque dovuto cambiare delle cose:
“Diventando madre ho imparato a usare diversamente il mio tempo: non posso più stare in università fino a tarda sera, ma d’altra parte non potrei mai stare a casa e basta. Sono grata a mio marito che ha fatto un sacrificio per riuscire a trovare un lavoro vicino al mio, ma contemporaneamente penso che le mie assenze da casa, il fatto che quando viaggio la sua presenza diventi indispensabile, servano anche a valorizzare il suo ruolo di padre. E soprattutto sono convinta che i miei figli beneficino del fatto di avere una madre contenta del proprio lavoro“.