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Home » Innovazione » Scienza » Cos’è il virus di Marburg, individuato ad Amburgo nelle scorse ore

Cos’è il virus di Marburg, individuato ad Amburgo nelle scorse ore

Simile all'ebola, il Marburg provoca sanguinamenti anche letali nella fase più acuta. Ecco quello che sappiamo.
Francesca FiorentinoDi Francesca Fiorentino3 Ottobre 2024
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Due persone con tuta protettiva
Due persone con tuta protettiva (fonte: Africa rivista)
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Il virus di Marburg, detto anche di Marburgo, è l’agente infettivo che provoca la malattia di Marburg (o Marburgo), un febbre emorragica molto grave. Si chiama in questo modo perché i primi casi europei si verificarono, nel 1967 proprio nella città tedesca, a causa dell’importazione di scimmie verdi da laboratorio che trasmisero la malattia al personale del laboratorio. Il virus appartiene alla famiglia delle Filoviridae, la stessa del virus Ebola.

Proprio come Ebola, Dengue, SARS, Mucca Pazza, e COVID, infatti, questa malattia è una zoonosi, ovvero il suo vettore è un animale. In particolare un pipistrello frugivoro della famiglia degli Pteropodidae, il Rossetto egiziano, che si trova in Africa. Come detto, anche scimmie e antilopi possono essere considerate vettrici, ma a livello intermedio (nel caso si contaminassero con gli escrementi infetti del pipistrello).

Marburg virus
Il Marburg virus visto al microscopio (fonte: Wikipedia)

Il contagio umano avviene indirettamente, mangiando frutti infetti o tramite contatto con le feci degli animali. E direttamente, tramite i fluidi corporei (soprattutto il sangue, il vomito e gli escrementi) di esseri umani o di animali infetti e malati, vivi o morti.

Il periodo d’incubazione del virus è dai 3 ai 14 giorni. I sintomi della Malattia di Marburgo sono febbre alta, mal di gola e di testa, dolori muscolari e addominali, diarrea e debolezza generalizzata.

Nei casi più gravi può provocare abbondanti sanguinamenti, a livello gastrico e intestinale, e nella sede dei prelievi di sangue. E aggredire il sistema nervoso centrale, causando paralisi e stato confusionale. La malattia di Marburgo può anche provocare coagulazione intravascolare disseminata e una diminuzione marcata di linfociti e piastrine.

Non esiste cura diretta, se non quella che agisce sui sintomi. La mortalità della malattia si assesta tra il 25% e l’80%. Distribuita principalmente in Africa, è comunque una patologia molto rara, con pochi casi accertati fino a oggi. Tuttavia, non si può abbassare la guardia del tutto.

Nelle scorse ore, uno studente di medicina del Ruanda e la sua compagna sono stati fermati ad Amburgo per sospetta infezione da virus Marburg. La polizia ha isolato in parte la stazione della città tedesca e avviato il protocollo epidemico.

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