Le motivazioni che hanno portato alla scioglimento dei Daft Punk, sono state spiegate da Thomas Bengalter, che insieme a Guy-Manuel de Homem-Christo formava il celebre duo elettropop francese. In un’intervista alla BBC ha spiegato: «Per quanto personaggio, l’ultima cosa che vorrei, oggi, nel 2023 è essere un robot» ha detto. Il riferimento è ai costumi di scena robotici che lui e il suo compagno indossavano durante le loro esibizioni e che celavano i loro volti. Un espediente geniale, che però, secondo Bengalter, rischiava di allontanarli dall’umanità.
Dunque, per Thomas Bengalter è stato bello sfruttare l’onda della tecnologia per imprimere il marchio dei Daft Punk nella storia del pop, ma era arrivato il momento di dire basta. «Sono terrorizzato dalla natura della relazione tra le macchine e noi stessi. Ecco perché racconto parte del nostro processo creativo. Basato sull’uomo più che su un qualsiasi algoritmo. Nei Daft Punk abbiamo cercato di usare le macchine per esprimere qualcosa di commovente. Qualcosa che una macchina non può provare, a differenza di un essere umano sì. Siamo sempre stati dalla parte dell’umanità e non dalla parte della tecnologia».
Conosciutisi nel 1987, Guy-Manuel de Homem-Christo e Thomas Bengalter hanno rivoluzionato il mondo della musica pop negli anni ’90 riportando in auge le sonorità elettroniche. Tra i loro successi più noti, Get Lucky, con la collaborazione di Pharrell Williams e Around the World. Il cui video è stato girato da Michel Gondry.
Parte del loro successo è derivato anche dal mistero creato ad arte attorno alle loro identità. «I Daft Punk hanno messo in crisi il confine tra realtà e finzione. È stato molto importante per me e Guy-Manuel non rovinare questa narrazione» ha poi concluso nell’intervista Bengalter, che il 7 aprile pubblicherà il suo primo album da solista in vent’anni, Mythologies.