Rino Gaetano è stato uno dei più intelligenti cantautori italiani. Calabrese di nascita, ma romano d’adozione, morì il 2 giugno del 1980 in un incidente stradale sulla via Nomentana. Un evento reso ancora più tragico dalla giovane età del musicista, che aveva solo 31 anni. E da una serie di circostanze, sfumate quasi nella leggenda metropolitana, secondo cui sarebbe stato rifiutato da diversi ospedali, prima di spirare. Cosa che lui stesso avrebbe predetto in una canzone 10 anni prima.
Gaetano aveva trascorso le ore antecedenti alla morte assieme ad alcuni amici. Poi, montò in macchina, una Volvo 343 grigio metallizzato, percorrendo via Nomentana, strada che conosceva a menadito, visto che vi abitava con i genitori e la sorella Anna. L’ipotesi più plausibile fu il malore o un colpo di sonno. Perse il controllo del veicolo, invase la corsia opposta e fu investito in pieno da un camion.
Soccorso dai medici, fu trasferito, in coma, al Policlinico che non era distante da lì. Tuttavia, Gaetano necessitava di un intervento in un reparto di traumatologia cranica, che il Policlinico non aveva. Provarono dunque a portarlo in altri nosocomi, avvertiti telefonicamente, ma quel ritardo si rivelò letale. Gaetano venne ricoverato al Gemelli, dove morì intorno alle 6 del mattino.
Come detto, Gaetano aveva raccontato una vicenda simile nella canzone La ballata di Renzo, rimasta inedita. Il pezzo raccontava la storia di un ragazzo investito da una macchina e rifiutato da vari ospedali. In molti videro in quei versi una sorta di anticipazione della sua morte.
“La strada era buia, s’andò al S. Camillo
e lì non l’accettarono forse per l’orario,si pregò tutti i santi ma s’andò al S. Giovanni
e lì non lo vollero per lo sciopero“.
In realtà, come spiegato dalla sorella Anna, non ci fu alcun rifiuto da parte degli ospedali:
“Non è vero che Rino fu rifiutato dagli ospedali. Questa è una leggenda. Quando il corpo di mio fratello fu estratto dalle lamiere, venne portato al Policlinico Umberto I, semplicemente perché era il posto più vicino. La struttura non aveva una sala operatoria attrezzata per la craniolesi, ma non l’avevano neppure gli altri ospedali contattati telefonicamente“.
Sulla morte di Gaetano, il penalista campano, Bruno Mautone ha scritto tre libri, “La tragica scomparsa di un eroe”, “Chi ha ucciso Rino Gaetano” e “Rino Gaetano, segreti e misteri della sua morte”. L’autore sostiene di avere prove che la morte del cantautore fosse in realtà un omicidio “politico”, essendo Gaetano legato alla Massoneria e molto amico di alcuni agenti segreti. Niente di tutto questo, però, è mai stato confermato.