Che la cultura giapponese sia fonte di meraviglie continue è certo. Come il furoshiki, o meglio il furoshiki wrapping, ovvero la tecnica di avvolgere i regali nella stoffa, in modo da diminuire lo spreco di carta. Da dove nasce questa tradizione? Il furoshiki è un pezzo di tessuto. Nato oltre 1.200 anni fa, è stato inizialmente utilizzato per proteggere abiti e oggetti personali durante le visite ai bagni pubblici.
Il furoshiki affonda le sue radici nel periodo Nara (710-784), quando veniva usato per conservare oggetti preziosi degli imperatori. Durante il periodo Heian (794-1185), i nobili lo impiegavano per avvolgere e trasportare i propri abiti. Nel periodo Muromachi (1338-1573), il suo uso si estese ai bagni pubblici, dove i signori feudali utilizzavano tessuti decorati con i propri stemmi familiari per distinguere i loro indumenti. Proprio da questa pratica deriva il nome “furoshiki,” che significa letteralmente “stendere nel bagno.”
Con l’avvento dei bagni pubblici durante il periodo Edo (1603-1868), il furoshiki divenne uno strumento essenziale per la classe lavoratrice, usato sia come tappetino per spogliarsi sia come involucro per trasportare abiti e oggetti. Oltre a essere funzionale, incarnava anche il concetto giapponese di tsutsumu, ovvero l’arte di avvolgere, che simboleggia rispetto e discrezione. Questa tradizione è visibile ancora oggi nella cultura giapponese, dove persino un piccolo dono o una mancia viene avvolto con cura per enfatizzare il gesto. Per non parlare dei libri che sono sempre avvolti da una cover di stoffa per proteggere la privacy di chi lo legge su un mezzo pubblico.
Con l’arrivo delle macchine da cucire nel XX secolo, il furoshiki divenne accessibile anche alle masse, utilizzato per trasportare merci, utensili e regali. Tuttavia, l’avvento di borse e involucri di plastica ne causò un declino dopo la Seconda Guerra Mondiale. Di recente, la crescente consapevolezza ambientale ha riportato in auge questa pratica. Il furoshiki è apprezzato per la sua sostenibilità. Esso è riutilizzabile, compatto e ideale per ridurre i rifiuti domestici.
Oggi, il furoshiki è realizzato in materiali come seta, cotone e fibre sintetiche, con design che variano in base all’uso. Le tecniche di avvolgimento spaziano da metodi semplici a veri e propri lavori artistici, e il tessuto è considerato un’icona del design giapponese. Nonostante le sue origini siano giapponesi, pratiche simili esistono anche in altre culture, come il bojagi coreano.
Se volete esercitarvi, vi lasciamo un tutorial.