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Home » Cultura » Storia » Come si arrivò alla liberazione di Nelson Mandela? Fu un momento storico

Come si arrivò alla liberazione di Nelson Mandela? Fu un momento storico

Dopo 27 anni di prigionia, la pressione internazionale e il crollo del regime dell’Apartheid hanno portato alla liberazione di Mandela.
Tiziana MorgantiDi Tiziana Morganti11 Febbraio 2025
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Nelson Mandela
Nelson Mandela, primo presidente nero del Sudafrica - Fonte: rai Cultura
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L’11 febbraio 1990 è una data storica che segna una svolta fondamentale nella lotta contro l’Apartheid in Sudafrica. Quel giorno, dopo 27 anni di prigionia, Nelson Mandela esce finalmente dal carcere di Victor Verster, accolto da una folla in festa e dagli occhi del mondo intero. Come si è arrivati, però, alla sua liberazione dopo una lotta così lunga? La scarcerazione non è stato certo un evento isolato, ma il culmine di un lungo e complesso processo politico, sociale e diplomatico che ha visto coinvolti più realtà come leader internazionali, movimenti di resistenza e la crescente pressione dell’opinione pubblica globale.

Nelson Mandela viene arrestato nel 1962 e condannato all’ergastolo nel 1964 con l’accusa di sabotaggio e cospirazione contro lo Stato sudafricano. In quel momento lui è già riconosciuto come il Leader dell’African National Congress (ANC) e il fondatore del braccio armato Umkhonto we Sizwe, In questo modo, dunque, diventa il simbolo della lotta contro l’Apartheid. Questo vuol dire che la sua detenzione non ferma la resistenza ma, se possibile, riesce ad intensificare il movimento e l’impegno, portando la questione del Sudafrica di fronte gli occhi del mondo.

Nelson Mandela da giovane
Nelson Mandela da giovane (Fonte: National Geographic)

Il punto di svolta, però, avviene nel 1976 con quello che viene ricordato come massacro di Soweto. In questa occasione centinaia di studenti vengono uccisi dalle forze dell’ordine durante una protesta pacifica. Un evento, dunque, che attira l’attenzione mondiale sulle brutalità del governo sudafricano. Come reazione, infatti, la comunità internazionale impone sanzioni economiche e diplomatiche al Sudafrica. Organizzazioni come le Nazioni Unite e il Commonwealth, così come singoli stati tra cui gli Stati Uniti e il Regno Unito, poi, adottano misure per isolare il governo di Pretoria. Per finire, grandi aziende e istituzioni finanziarie ritirano i loro investimenti, aumentando la pressione sul regime.

Tutto questo mette l’economia in difficoltà, isolando il governo e aumentando la violenza. Il presidente Pieter Willem Botha, dunque, pur rifiutandosi di smantellare l’apartheid, inizia a riconoscere la necessità di un cambiamento. Ma è solo con l’elezione di Frederik Willem de Klerk a presidente nel 1989 che le cose prendono effettivamente una svolta.

De Klerk, infatti, capisce che l’apartheid non può più essere sostenuto. Per questo motivo, nel febbraio 1990, annuncia la legalizzazione dell’ANC e di altri movimenti di opposizione, oltre all’imminente liberazione di Nelson Mandela. Una decisione nata anche da anni di negoziati segreti proprio tra Mandela e il governo, avviati già alla fine degli anni ’80. Durante questi incontri, il futuro leader del paese ha insistito sulla necessità di una transizione pacifica verso una democrazia multirazziale.

Mandela morì il 5 dicembre del 2013.

Le sue frasi sulla vita sono ancora oggi di grande ispirazione per tutte e tutti.

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