Il 12 febbraio 1947, nella sede di Dior in Avenue Montaigne a Parigi, viene presentata la prima collezione della maison, destinata a segnare una svolta nella storia della moda ed una interpretazione della femminilità unica nel suo genere. Il debutto di Christian Dior, infatti, viene accolto come un evento epocale. Ed è proprio Carmel Snow, caporedattrice di Harper’s Bazaar, che conia, senza indugio, l’espressione “New Look” per descrivere la rivoluzione stilistica appena mostrata. Dior, dunque, in una Parigi finalmente liberata, decide di sbarazzarsi delle atmosfere grigie e austere della guerra con un nuovo codice estetico. In questo modo si restituisce alla moda femminile una raffinatezza e una ricercatezza che sembravano perdute.
Negli anni Quaranta, lo stile aveva risentito profondamente delle restrizioni imposte dalla Seconda Guerra Mondiale. Le donne erano abituate a capi pratici, funzionali e realizzati con materiali limitati a causa del razionamento. Gli abiti erano squadrati, privi di orpelli e caratterizzati da linee semplici. Uno scenario pesante e votato alla praticità in cui l’arrivo del New Look viene percepito come una ventata di aria fresca, un ritorno al lusso e alla femminilità che il conflitto aveva messo in secondo piano. La moda francese, dunque, aveva aperto ufficialmente la stagione della rinascita.

Ma quali sono le caratteristiche uniche e riconoscibili del New Look firmato Dior? La collezione denominata Corolle, in riferimento ai petali di un fiore, introduce una silhouette completamente nuova rispetto alle mode precedenti. I tratti distintivi erano:
- Vita stretta: enfatizzata da bustini sagomati, che esaltano le forme naturali.
- Gonne ampie e voluminose: spesso realizzate con metri di stoffa, per ottenere un effetto fluido ed elegante.
- Spalle arrotondate: in contrasto con la struttura squadrata degli anni di guerra.
- Tessuti pregiati: l’utilizzo di materiali ricercati, come taffetà e seta, segnava il ritorno al lusso.
Questa estetica trova ispirazione nella Belle Époque e nelle silhouette degli anni Venti, conferendo alla figura un aspetto sofisticato e ricercato. Nonostante l’entusiasmo suscitato dalla collezione, però, non mancano le critiche. Alcune donne, abituate alla praticità degli abiti funzionali, ritengono il New Look poco adatto alla vita quotidiana, mentre le associazioni femministe lo vedono come un passo indietro rispetto all’emancipazione conquistata durante la guerra. Sta di fatto che la visione di Dior rappresenta per la storia del costume e della moda un passo importante.
Una condizione di non ritorno grazie alla quale sbarazzarsi delle sofferenze e le umiliazioni subite, per inneggiare alla vita e alla pace attraverso la bellezza. In un certo senso, facendo le giuste proporzioni, si tratta dello stesso pensiero sostenuto da Monet al termine della Grande guerra. Il padre dell’impressionismo, infatti, decide di donare alla Francia i suoi otto studi sulle ninfee, nella speranza che la contemplazione dell’arte induca l’animo umano alla pace. Oggi è possibile ammirarli nel museo dell’Orangerie, mentre il modello simbolo del New Look è custodito nella sezione museale dell’atelier di Dior, aperta al pubblico da pochi anni.