Per molti è un giorno sacro, per moltissimi è il giorno più bello di tutti: la domenica per come la intendiamo oggi è una giornata generalmente riservata al riposo, allo svago o semplicemente a tutte le attività che non si è in grado di svolgere nel resto della settimana. In realtà non è sempre stato così: dobbiamo l’istituzione del concetto “moderno” di domenica all’imperatore romano Costantino, detto il Grande, che il 7 marzo del 321 emanò a riguardo un apposito decreto imperiale; il nome “domenica”, invece, arrivò qualche anno più tardi.
Già da secoli nell’impero romano i giorni della settimana avevano un nome preciso, associati al Sole e ai pianeti nonché alle relative divinità: lunedì era il giorno della Luna (Lunae dies), martedì di Marte (Martis dies), mercoledì di Mercurio (Mercuri dies), giovedì di Giove (Iovis dies), venerdì di Venere (Veneris dies), sabato di Saturno (Saturni dies), mentre quella che associamo oggi alla domenica era il dies Solis, associato al culto del Sol Invictus venerato dallo stesso imperatore.

Costantino, che già nel 313 aveva proclamato la libertà di culto nell’impero con l’editto di Milano, istituì 8 anni più tardi una giornata di riposo settimanale, forse ispirata dallo Shabbat ebraico, che andava a coincidere con il dies Solis cioè con il giorno successivo al sabato, ossia il secondo giorno della settimana secondo il conteggio romano.
Si trattava di un giorno già caro ai Cristiani, un dies dominicus (giorno del Signore) identificato con la resurrezione di Cristo (che risorse proprio il giorno dopo il sabato, ossia il terzo giorno dopo la sua morte); e dunque non è forse un caso che Costantino, probabilmente già simpatizzante verso il Cristianesimo se non – in cuor suo – già cristiano, abbia scelto proprio questo giorno tra tutti e 7.
Ecco cosa recitava il decreto:
“Nel venerabile giorno del Sole, si riposino i magistrati e gli abitanti delle città, e si lascino chiusi tutti i negozi. Nelle campagne, però, la gente sia libera legalmente di continuare il proprio lavoro, perché spesso capita che non si possa rimandare la mietitura del grano o la semina delle vigne; sia così, per timore che negando il momento giusto per tali lavori, vada perduto il momento opportuno, stabilito dal cielo“.
Il nome di “domenica” venne però ufficializzato più tardi, sotto l’imperatore Teodosio I: dopo l’editto di Tessalonica del 27 febbraio 380, che proclamava il Cristianesimo unica regione di Stato, egli stabilì infatti che, da quel momento, il dies Solis si sarebbe dovuto chiamare dies dominicus e rappresentare obbligatoriamente una giornata di riposo.