Il telescopio spaziale James Webb (JWST) ha rivoluzionato la nostra comprensione dell’universo, e una delle sue recenti scoperte ha sollevato una domanda straordinaria: e se il nostro universo fosse intrappolato in un buco nero? Le osservazioni di oltre 260 galassie mostrano una predominanza nella loro direzione di rotazione, suggerendo che l’universo potrebbe avere una rotazione intrinseca. Questo fenomeno sfida i modelli cosmologici attuali e supporta un’ipotesi audace: la cosmologia del buco nero.
La cosmologia del buco nero, o “cosmologia di Schwarzschild”, propone che il nostro universo sia l’interno di un buco nero situato in un universo più grande. Questa idea, inizialmente introdotta dai fisici teorici Raj Kumar Pathria e I. J. Good, implica che l’orizzonte degli eventi di un buco nero possa corrispondere al limite del nostro universo osservabile. Se fosse vera, ogni buco nero al suo interno potrebbe generare un nuovo “universo bambino”, separato dal nostro da un confine insuperabile.

Uno dei sostenitori di questa teoria, Nikodem Poplawski, suggerisce che il meccanismo responsabile della nascita di un universo all’interno di un buco nero potrebbe derivare dall’interazione tra torsione e spin della materia. Quando la materia collassa all’interno di un buco nero, invece di comprimersi fino a una singolarità, potrebbe subire un rimbalzo, dando origine a un’espansione simile a quella osservata nel nostro universo con il Big Bang. Secondo questa visione, l’asse di rotazione del buco nero genitore potrebbe influenzare la dinamica delle galassie nel nuovo universo, spiegando la distribuzione osservata dal JWST.
Un altro aspetto intrigante è che, calcolando la dimensione di un buco nero con la stessa massa ed energia dell’universo osservabile, si ottiene un valore sorprendentemente simile alle dimensioni del nostro universo. Inoltre, il concetto di orizzonte degli eventi di un buco nero presenta analogie con il confine dell’universo osservabile: entrambi sono limiti oltre i quali l’informazione non può giungere fino a noi.
Nonostante queste affascinanti connessioni, la teoria rimane altamente speculativa. Nessuna di queste idee ha finora prodotto previsioni testabili o prove osservative definitive. Alcuni scienziati suggeriscono che la rotazione apparente delle galassie potrebbe essere influenzata dalla rotazione stessa della Via Lattea, richiedendo un ricalcolo delle misurazioni cosmologiche. Se confermata, questa revisione potrebbe risolvere alcune discrepanze esistenti nella comprensione dell’espansione dell’universo e dell’età di alcune grandi galassie.